Un forte dolore al fianco e sangue nelle urine hanno portato il signor Alberto, cinquantenne piemontese, al pronto soccorso di Pinerolo, vicino Torino, dove una semplice ecografia ha rivelato una scoperta straordinaria. L’uomo ospitava un raro tumore al rene di quasi quattro chili, una massa talmente grande da comprimere gli organi vicini e occupare gran parte della cavità addominale destra.
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Un intervento complesso
Dopo la diagnosi, il paziente è stato trasferito all’ospedale di Rivoli (Torino), dove è stato sottoposto a una nefrectomia radicale, con l’asportazione del rene e del surrene. L’intervento, reso complesso dalla dimensione del tumore e dai rapporti stretti con altri organi e vasi sanguigni, è stato eseguito a cielo aperto da un’equipe multidisciplinare. Tra i protagonisti, il dottor Salvatore Stancati, direttore dell’urologia dell’Asl To3, e il dottor Stefano Guercio, responsabile dell’urologia di Pinerolo.
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Dopo otto giorni di degenza, il signor Alberto è stato dimesso in ottime condizioni e continua a essere seguito dal team uro-oncologico dell’Asl To3. A tre mesi dall’intervento, una TAC total body ha confermato l’assenza di recidive.
L’importanza della diagnosi precoce
«La diagnosi di tumore del rene spesso è casuale e, come in questo caso, arriva grazie a esami svolti per altri motivi», ha spiegato il dottor Stancati. Tuttavia, l’assenza di sintomi per lungo tempo può complicare la situazione, come accaduto nel caso di Alberto, dove la sinergia tra specialisti è stata fondamentale per il successo dell’intervento. Il paziente ha voluto sottolineare l’umanità del personale sanitario: «Ho ricevuto un’assistenza eccellente, sia dal punto di vista clinico che umano, e sono stato messo nelle condizioni di continuare a lavorare durante il ricovero, un aspetto cruciale per chi, come me, è un libero professionista».