Donald Trump, neo presidente degli Stati Uniti, ha chiesto ai Paesi Nato di portare la spesa militare al 5% del Pil. Un obiettivo che, per l’Italia, avrebbe costi enormi. L’annuncio di Trump, riportato dal Financial Times, rappresenta una svolta significativa nelle politiche di difesa dei Paesi membri della Nato. La proposta, avanzata in cambio della promessa da parte di Trump di fornire ancora aiuti militari all’Ucraina, richiederebbe un incremento senza precedenti degli investimenti, e supererebbe di più del doppio il già impegnativo 2% concordato al vertice di Cardiff.
L’attuale spesa militare dell’Italia
Attualmente, l’Italia dedica circa l’1,6% del suo Pil alla spesa militare, equivalenti a circa 28 miliardi di euro all’anno. Per raggiungere il 5%, sarebbe necessario triplicare questo impegno, portando il budget annuale della difesa a circa 87 miliardi di euro.
Questo incremento comporterebbe:
- 59 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno, una cifra superiore all’intero budget annuale per l’istruzione (circa 60 miliardi) e più del doppio di quello destinato alla sanità (circa 30 miliardi per il fondo sanitario nazionale).
- Una ridefinizione totale delle priorità di bilancio, con possibili tagli significativi ad altri settori cruciali o l’aumento del debito pubblico.
Un peso insostenibile per le finanze italiane
- Tagli alla spesa sociale, con ripercussioni sul welfare.
- Aumenti delle tasse, che graverebbero ulteriormente su famiglie e imprese.
- Ricorso a nuovo debito, aumentando i costi di finanziamento dello Stato.
La proposta di Trump arriva in un momento di fragilità economica per l’Europa. Per l’Italia, con un debito pubblico che supera il 140% del PIL e un quadro macroeconomico già sotto pressione, un aumento così drastico della spesa militare sarebbe difficilmente sostenibile senza misure drastiche, come:
L’interpretazione degli alleati
Secondo alcune fonti europee, la proposta del 5% potrebbe essere una mossa negoziale per spingere i Paesi membri verso una soglia più realistica, come il 3% o il 3,5% del Pil. Anche in questo scenario, però, l’Italia dovrebbe comunque raddoppiare la sua spesa militare, portandola a circa 52 miliardi di euro all’anno, con un incremento di 24 miliardi rispetto all’attuale budget.
L’impatto sulle trattative Nato
Il futuro di questa proposta sarà discusso nel vertice Nato di giugno 2024, in Olanda, dove Trump intende esercitare forti pressioni sui partner europei. Per l’Italia, che si colloca tra i Paesi con la spesa militare più bassa nella Nato, il rischio è di trovarsi isolata se non riuscisse a soddisfare le richieste di Washington.
L’ipotesi di portare la spesa militare al 5% del Pil avrebbe un impatto devastante sulle finanze pubbliche italiane e richiederebbe sacrifici significativi per i cittadini. La vera sfida sarà trovare un equilibrio tra le richieste di Trump e la necessità di preservare le priorità economiche e sociali del Paese. Il vertice di giugno sarà l’occasione per definire i futuri impegni di difesa dell’Italia e degli altri membri Nato.