Nell’inverno del 1991, la 23enne Sophie Narme, impiegata presso un’agenzia immobiliare di Parigi, fu trovata senza vita nell’appartamento che avrebbe dovuto mostrare a un cliente. La giovane era stata violentata e strangolata con una cintura, rimasta intorno al collo. L’assassino, che aveva prenotato l’appuntamento con un falso nome, si dileguò lasciando dietro di sé pochissime tracce.
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Caso Sophie Narme: trent’anni dopo, una svolta nelle indagini
Per anni, gli investigatori hanno navigato nel buio. Prima si concentrarono sul serial killer Michel Fourniret, poi su un fantomatico criminale soprannominato Le Grêlé per via delle cicatrici da acne sul volto. Nessuno di questi sospetti portò a una soluzione. La svolta è arrivata trent’anni dopo, grazie al caso di Dominique Pelicot, noto come il «mostro di Mazan», condannato nel 2021 a vent’anni di carcere per aver sedato e fatto violentare la moglie Gisèle da decine di uomini. Le indagini sul passato di Pelicot hanno rivelato un collegamento con un’aggressione del 1999, quando una giovane agente immobiliare, conosciuta come Marion, riuscì a sfuggire al suo tentativo di stupro.
Il Dna che riapre il caso
Nel 2021, il confronto tra il Dna di Pelicot e una macchia di sangue trovata sulla scarpa di Marion ha permesso di incastrare l’aggressore. Questo risultato ha spinto gli inquirenti a riconsiderare il caso di Sophie Narme, notando inquietanti somiglianze: entrambe le vittime erano agenti immobiliari, vivevano nella stessa zona e furono attaccate con un modus operandi simile.
Sebbene le prove di Dna per il caso di Sophie Narme siano andate perdute, Pelicot è ora sotto inchiesta per il suo omicidio. La polizia giudiziaria sta esaminando altri cinque casi irrisolti tra il 1980 e il 2010, tra cui due aggressioni contro agenti immobiliari a Vannes e Valenciennes, uno stupro a Rambouillet, un tentato stupro a Chelles e un omicidio a Berre-l’Étang nel 2000.
Il profilo psicologico di Dominique Pelicot
Le perizie psichiatriche hanno diagnosticato a Pelicot una devianza definita «parafilia», ossia una propensione ad atti sessuali su persone non consenzienti. Questa scoperta rafforza l’ipotesi che possa essere collegato a ulteriori crimini rimasti irrisolti per decenni. Le indagini proseguono nel tentativo di fare piena luce su uno dei misteri più inquietanti della cronaca giudiziaria francese.