Vi sarà capitato di sentire parlare in questo ultimo periodo della “cioccolata di Dubai“, che sta conquistando il mercato e i social (spesso le due cose sono collegate) con la sua immagine di lusso e raffinatezza. Ma è importante sapere che recenti analisi condotte dai Centri per la Sicurezza Alimentare (CVUA) in Germania hanno rivelato gravi problemi di qualità e sicurezza. Questo dolce, caratterizzato da ripieni di pistacchi e tahina sta piacendo sempre di più. Creata dalla manifattura “Fix Dessert Chocolatier” consiste in tavolette di cioccolato riempite con kadaifi (pasta “capelli d’angelo”), pistacchi o crema di pistacchi, e spesso tahina (pasta di sesamo). La sua estetica elaborata e la promessa di sapori esotici, l’hanno fatta spopolare in tutta Europa, complice il fascino del richiamo milionario che esercita Dubai nell’immaginario collettivo. Ma veniamo ai risultati degli esami effettuati.
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Come racconta Il Salvagente, Le analisi e i risultati i CVUA di Stoccarda, Friburgo e Sigmaringen hanno analizzato otto campioni di “cioccolata di Dubai”: cinque provenienti dagli EAU e tre dalla Turchia. Gli esiti mettono in luce problemi significativi su vari fronti:
– Contaminanti potenzialmente cancerogeni (“Sei campioni su otto contenevano alti livelli di contaminanti come 3-Monocloropropandiolo (3-MCPD) e glicidil esteri degli acidi grassi, sostanze che si formano durante la raffinazione di oli vegetali. Cinque campioni hanno superato i limiti legali, risultando “non idonei al consumo”. Il problema sembra derivare dall’uso di olio di palma di bassa qualità, noto per essere suscettibile alla formazione di queste sostanze tossiche”).
– Coloranti non dichiarati (Tutti i campioni analizzati presentavano coloranti non dichiarati, tra cui azoici come E 102 (Tartrazina), E 124 (Azorubina) ed E 133 (Blu brillante FCF). Questi coloranti non solo sono vietati senza adeguata dichiarazione, ma sono anche associati a disturbi dell’attenzione nei bambini. Inoltre, l’uso di coloranti sintetici sembra volto a simulare un maggiore contenuto di pistacchi o fragole.
– Ingredienti non conformi (“Solo tre campioni su otto erano realizzati con vero cioccolato contenente burro di cacao, come richiesto dalla normativa europea. Gli altri cinque utilizzavano oli vegetali come olio di palma o palmisti, non consentendo di qualificare il prodotto come “cioccolato”. Questo rende le diciture come “Chocolate” o “Milk Chocolate” ingannevoli”).
Le analisi e i risultati i CVUA di Stoccarda, Friburgo e Sigmaringen hanno inoltre evidenziato:
– Sesamo non dichiarato (“In tre campioni, provenienti principalmente dalla Turchia, sono state rilevate alte percentuali di sesamo non dichiarato, fino al 7,9% del peso totale. Questo rappresenta un rischio significativo per i consumatori allergici al sesamo, che potrebbero consumare il prodotto inconsapevolmente”).
– Presenza di micotossine (Un campione ha superato i limiti consentiti per le aflatossine, micotossine prodotte da muffe come l’Aspergillus flavus, altamente cancerogene. Sebbene la maggior parte delle preparazioni di pistacchi e tahina fosse conforme, il rischio di contaminazione è stato confermato”).
Infine si segnalano problemi di etichettatura e marketing ingannevoli (alcuni prodotti dichiaravano l’uso di burro di cacao, mentre in realtà contenevano oli vegetali più economici).