Stuart Bradley, 42 anni, di Co Down (Irlanda del Nord), è morto di cancro al pancreas quattro mesi dopo aver ricevuto una diagnosi scorretta. Per mesi i medici avevano attribuito i suoi dolori alla schiena alla sciatica, sottovalutando i sintomi che indicavano una malattia ben più grave.
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I primi sintomi e la diagnosi tardiva
Il calvario di Bradley è iniziato alla fine del 2023, quando ha manifestato dolori alla schiena, problemi intestinali e ansia. Nonostante il peggioramento delle sue condizioni, il medico di base gli ha consigliato visite telefoniche, diagnosticandogli la sciatica durante un appuntamento remoto. Solo a giugno di quest’anno, nove mesi dopo l’insorgere dei sintomi, Bradley è stato visitato di persona. Durante questa visita, sono stati scoperti coaguli di sangue nelle gambe, che hanno portato a ulteriori accertamenti in ospedale. Una tac ha rivelato masse tumorali nel fegato e nel pancreas, ormai inoperabili e con metastasi ai polmoni.
Il dolore della famiglia
La moglie di Bradley, Michelle Brady, ha raccontato al Daily Mail il dramma vissuto dalla famiglia, compresi i tre figli piccoli, la più giovane di soli quattro anni. “È stato spaventoso per tutti, specialmente per i bambini. Abbiamo dovuto dire loro del cancro di papà senza avere tutte le informazioni disponibili”. Le condizioni di Bradley sono peggiorate rapidamente e, a settembre, è morto. “Era unico nel suo genere, pieno di allegria e sempre pronto a far divertire gli altri. I bambini erano il suo orgoglio e la sua gioia”, ha dichiarato Michelle, ricordando il marito come un padre presente e amorevole.
La vicenda di Stuart Bradley solleva interrogativi sull’importanza di una diagnosi tempestiva, evidenziando i rischi legati alle visite da remoto e alla sottovalutazione dei sintomi. La sua storia è un monito a prestare maggiore attenzione ai segnali del corpo, per evitare che tragedie simili si ripetano.