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Papa Francesco apre la porta santa del giubileo a Rebibbia: “La speranza non delude”

Pubblicato: 26/12/2024 09:32

ROMA – Nella vigilia di Natale, Papa Francesco ha aperto la seconda porta santa del giubileo straordinario nel carcere di Rebibbia. Giunto in carrozzina, il Pontefice si è alzato, camminando con difficoltà, per bussare al portone di bronzo della cappella del Padre Nostro. Ad accompagnarlo c’erano il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Benoni Ambarus, e diverse autorità, tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio, Giovanni Russo, capo dimissionario del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), e Alessandro Diddi, procuratore vaticano. Davanti ai detenuti, Francesco ha rivolto parole di vicinanza: “Tutti i giorni prego per voi: non è un modo di dire, penso a voi e prego per voi”.

La porta del cuore e il messaggio di speranza

Durante la cerimonia, il Papa ha spiegato che l’apertura della porta santa è un simbolo di rinnovamento: “Spalancare le porte è un gesto significativo, ma più importante è aprire i cuori”, ha detto Francesco. “I cuori duri non aiutano a vivere. La grazia del giubileo è proprio questa: aprire i cuori alla speranza, che non delude mai”.

Con un tono paterno e sincero, Francesco ha esortato i presenti a non perdere mai la fiducia nel futuro, paragonando la speranza a un’ancora: “Nei momenti difficili, tenete la mano sulla corda dell’ancora, guardando alla riva. Anche se la corda fa male, c’è sempre qualcosa di buono che ci permette di andare avanti”. Il Pontefice ha concluso ricordando che “il cuore aperto ci rende fratelli” e invitando ciascuno a riflettere su come spalancare le porte chiuse della propria vita.

La partecipazione dei detenuti e l’opera d’arte condivisa

Circa 300 persone hanno assistito alla celebrazione, tra cui un centinaio di detenuti degli istituti penitenziari di Rebibbia. Molti di loro hanno partecipato attivamente, alcuni formando il coro che ha accompagnato i canti liturgici.

Durante la visita, Papa Francesco ha anche inaugurato l’opera d’arte “Io contengo moltitudini”, realizzata dall’artista Marinella Senatore in collaborazione con i detenuti. L’opera, pensata per essere vista dai reclusi e dalle loro famiglie, è stata descritta come un simbolo di inclusione e speranza.

Nella bolla “Spes non confundit” (La speranza non delude), il Papa ha rinnovato il suo appello per l’amnistia, il condono delle pene e percorsi di reinserimento per i detenuti. Ha inoltre ribadito la sua ferma opposizione alla pena di morte, sottolineando che “Gesù attende anche i carcerati, che rimangono sempre figli di Dio”. Questo tema è stato al centro anche del messaggio urbi et orbi pronunciato durante il Natale.

Con il gesto simbolico di aprire la porta santa nel carcere, Papa Francesco ha voluto inviare un messaggio universale di speranza, sottolineando che anche nei luoghi di sofferenza si può ritrovare il senso della fratellanza e la possibilità di un futuro migliore.

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