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Influenza, boom di contagi tra Natale e Capodanno. Bassetti: «Ecco quando ci sarà il picco»

Pubblicato: 28/12/2024 17:28

L’influenza ha iniziato a diffondersi durante le festività natalizie, un periodo in cui molti italiani si sono riuniti per celebrare il Natale e si preparano per il Capodanno. La situazione negli ospedali è in crescita, anche se non siamo ancora arrivati al picco dei contagi. A fornire un’analisi dettagliata dell’andamento delle malattie stagionali è Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive presso il Policlinico San Martino di Genova.
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«Sembra che l’influenza stia prendendo piede, sebbene il picco non sia ancora stato raggiunto. Questo è del tutto prevedibile, considerando che nell’ultima settimana molte persone sono rimaste a casa per preparare la cena della Vigilia e il pranzo di Natale. Inoltre, i bambini e gli adolescenti, non andando a scuola, hanno portato i virus in famiglia, infettando nonni, zii e genitori. È quindi naturale che ci sia stata un’esplosione dei casi», spiega Bassetti.

«Il picco è atteso per la metà di gennaio. Gli ospedali stanno affrontando delle difficoltà, poiché in questo periodo ci sono meno medici, infermieri e operatori sanitari, che giustamente si prendono qualche giorno di ferie. Inoltre, la pressione sui servizi sanitari è accentuata dalla presenza di una popolazione italiana anziana, che ha un costante bisogno di assistenza».

«Con l’aggravante dell’influenza – continua l’esperto intervistato da Adnkronos Salute – è evidente che i pronto soccorso stanno affrontando un sovraccarico. Credo che i momenti più critici si verificheranno probabilmente nella prima settimana dell’anno. È importante informare i cittadini che, poiché questa forma influenzale può durare a lungo e provocare febbre per 3-5 giorni, con temperature che possono raggiungere i 39-40 gradi, non è necessario recarsi in ospedale solo perché la febbre non scende. La febbre è parte del normale decorso dell’influenza – conclude Bassetti – È consigliabile assumere antipiretici e rimanere a casa. Evitiamo l’uso di antibiotici e di correre nei pronto soccorso, per non rischiare un collasso del sistema sanitario».

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