È scomparso questa notte, 28 dicembre, Amleto De Silva, scrittore, vignettista e autore teatrale noto per la sua satira pungente ma sempre elegante. Aveva 65 anni e da tempo lottava contro la leucemia. Originario di Napoli, cresciuto a Salerno e poi trasferitosi a Roma, De Silva ha lasciato un segno profondo nel panorama culturale italiano con la sua penna vivace e intelligente.
Tra romanzi e vignette
Autore di opere come «Statti attento da me», «La nobile arte di misurarsi la palla», «Bocca mia mangia confetti» e «Una banda di scemi», De Silva aveva esordito come vignettista sulle pagine di «Cuore» e nella celebre agenda «Smemoranda». La sua vena ironica si è poi estesa alla scrittura teatrale, in particolare per Enrico Montesano, e a collaborazioni con importanti testate come «7» del Corriere della Sera e «Musica» di Repubblica.
Un’eredità culturale e umana
Fratello di Diego De Silva, scrittore e creatore dell’avvocato Malinconico, Amleto De Silva era apprezzato anche per il suo blog personale e le rubriche online, seguitissime dai suoi lettori. Luigi Franco, direttore editoriale di Rubettino ed editor dell’autore, lo ricorda così: «Era una persona di grande cultura e sensibilità, che non amava esibire. Tra le sue pagine, di comicità esilarante, ci sono passaggi di improvvisa tenerezza e drammaticità che arrivavano dritti allo stomaco».
Un vuoto nel panorama letterario
La scomparsa di Amleto De Silva lascia un vuoto incolmabile nella cultura italiana. La sua capacità di raccontare con leggerezza anche le pieghe più complesse dell’animo umano ha reso le sue opere indimenticabili.
La città di Salerno, che lo aveva visto crescere, e il pubblico italiano perdono una figura di straordinaria ironia e profondità.