Le tensioni geopolitiche e le difficoltà di approvvigionamento energetico stanno avendo ripercussioni dirette sui prezzi del gas e dell’energia in Europa. La chiusura del transito di gas russo attraverso l’Ucraina e la concorrenza asiatica sull’acquisto di gas naturale liquefatto stanno aggravando una situazione già critica, con un incremento delle bollette del 30% previsto per il 2025.
Il contesto internazionale
Il presidente russo Vladimir Putin ha ripreso a utilizzare la leva del gas per mettere in difficoltà l’Occidente. Il contratto che consente il transito del gas russo attraverso l’Ucraina, che risponde al 5% della domanda europea secondo Bloomberg, scadrà entro la fine dell’anno. Mentre Putin sottolinea la necessità di nuovi accordi per utilizzare percorsi alternativi, come il gasdotto Bielorussia-Polonia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vincola ogni rinnovo a garanzie che escludano l’impiego dei proventi del gas a sostegno della guerra in Ucraina.
La situazione è complessa anche per i vicini europei. La Slovacchia, fortemente dipendente dal gas russo, ha visto il suo primo ministro Robert Fico dialogare direttamente con Putin, suscitando l’ira di Kiev. Nel frattempo, l’Unione Europea cerca di ridurre ulteriormente la propria dipendenza dal Cremlino, già scesa dal 40% delle importazioni di gas nel 2021 a circa l’8% nel 2023. Il Gnl russo, però, ha raggiunto livelli record, alimentando i timori di una persistente influenza sovietica sul mercato.
Le ripercussioni in Italia
Anche l’Italia, sebbene meno dipendente dal gas russo rispetto al passato, risente delle tensioni. Prima del conflitto in Ucraina, il 30% delle importazioni italiane proveniva da Gazprom, ma la quota è ora ridotta al 5%. La recente consegna in Italia della nave BW Singapore, destinata al rigassificatore di Ravenna, rappresenta un passo avanti nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento. La Floating Storage and Regasification Unit, secondo Snam, entrerà in funzione nella primavera del 2025, contribuendo a rendere il Gnl una risorsa chiave per la sicurezza energetica italiana.
L’aumento dei prezzi
I prezzi del gas naturale sono in aumento, con l’indicatore Ttf di Amsterdam che ha raggiunto i 49 euro per megawattora, un livello che non si vedeva dall’autunno 2023. Secondo Arera, l’Autorità italiana per l’energia, il primo trimestre del 2025 vedrà un incremento del 18,2% per l’energia elettrica destinata ai clienti vulnerabili. Le previsioni di Facile.it indicano che nei prossimi 12 mesi il costo dell’energia potrebbe aumentare del 30%, con una spesa media annua per una famiglia tipo che salirà a 2.841 euro dai 2.569 euro attuali.
I rincari saranno più marcati per il gas, con un aumento di 176 euro annui, mentre per l’energia elettrica si prevede un incremento di 96 euro. Gli esperti sottolineano che la situazione rappresenta una sfida soprattutto per le famiglie con tariffe a prezzo indicizzato, che subiranno gli effetti più pesanti dell’aumento dei costi delle materie prime. E se la situazione geopolitica dovesse peggiorare, anche questi numeri potrebbero essere rivisti al rialzo.
Prospettive future
L’Europa sta lavorando per mitigare gli impatti della crisi energetica, ma il contesto internazionale e la crescente competizione globale per il Gnl continueranno a influenzare i mercati. Con il 2025 alle porte, la strategia energetica europea sarà fondamentale per garantire la stabilità economica e sociale, in un panorama che si preannuncia ancora instabile.