Stop dal Tar del Lazio al decreto sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza: caos sulle nuove tariffe sanitarie
Il Tar del Lazio ha bloccato a sorpresa il decreto del Ministero della Salute che avrebbe aggiornato, a partire dal 30 dicembre, le tariffe per le prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Si tratta dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), attesi da anni e che avrebbero introdotto numerose nuove cure e dispositivi tecnologici avanzati, disponibili gratuitamente o con il pagamento di un ticket.
Il blocco e le motivazioni del Tar
Il decreto ministeriale, emanato il 26 novembre 2024 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre, è stato sospeso dal Tar in via cautelare su richiesta di centinaia di strutture sanitarie e laboratori accreditati, supportati dalle principali associazioni di categoria. Al centro del ricorso ci sono critiche sul metodo di calcolo delle tariffe, ritenute inadeguate e non aggiornate rispetto ai reali costi operativi.
Gli avvocati dei ricorrenti, Giuseppe Barone e Antonella Blasi, hanno dichiarato che il decreto viola i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione, sottolineando come:
- Le tariffe non tengano conto dell’aumento dei costi produttivi, aggravato dalla pandemia e dalla crisi economica.
- L’istruttoria che ha portato all’approvazione delle tariffe sia stata incompleta e carente.
Il giudice amministrativo ha inoltre evidenziato che, dato il lungo intervallo temporale (oltre 20 anni) dall’ultimo aggiornamento dei nomenclatori tariffari, non vi era alcuna urgenza nell’applicazione immediata del decreto.
Impatto del provvedimento sospeso
Il decreto avrebbe dovuto aggiornare tariffe ferme al 1996 per la specialistica ambulatoriale e al 1999 per l’assistenza protesica. L’impatto stimato era pari a 502,3 milioni di euro per la specialistica ambulatoriale e a 47,6 milioni di euro per la protesica.
Tra le prestazioni più attese figuravano:
- La consulenza genica, l’adroterapia, l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica.
- Protesi avanzate per arti superiori e inferiori, apparecchi acustici digitali e dispositivi domotici come sensori di comando e sistemi di riconoscimento vocale.
- Nuove soluzioni per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), tra cui l’inclusione dei costi per il reperimento e il monitoraggio dei gameti.
- Screening neonatali ampliati e diagnosi della celiachia.
Ora, con lo stop del Tar, si profila un periodo di incertezza normativa che coinvolge non solo i cittadini, ma anche le Regioni, chiamate a integrare i nuovi tariffari nei loro sistemi informatici.
Reazioni e critiche
Lo stop al decreto ha scatenato reazioni politiche e istituzionali. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha criticato duramente il Ministro della Salute, Orazio Schillaci:
“Questo provvedimento dimostra l’inadeguatezza e la superficialità del Ministero. Schillaci deve assumersi le sue responsabilità e spiegare come intende affrontare questo grave pasticcio, un ‘regalo’ di fine anno che fotografa la crisi del nostro Servizio Sanitario Pubblico.”
Prossimi passi
Il Tar ha fissato un’udienza per il 28 gennaio 2025, in cui si discuterà collegialmente il ricorso. Fino ad allora, le nuove tariffe rimangono sospese, e i cittadini non potranno accedere alle prestazioni aggiornate previste dai LEA. Questo blocco rischia di allungare ulteriormente i tempi per l’implementazione di servizi sanitari essenziali, lasciando in sospeso sia gli utenti sia le strutture sanitarie.
Il futuro dei LEA dipenderà ora dalla capacità del Ministero di gestire le criticità sollevate e di fornire risposte concrete alle istanze delle strutture accreditate, per evitare che il blocco si traduca in un’ulteriore battuta d’arresto per il diritto alla salute dei cittadini.