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RETTIFICA – Neonata morta 12 giorni dopo il parto, medici indagati: avrebbero negato il parto cesareo

Pubblicato: 30/12/2024 19:48

+++ IMPORTANTE: A seguito di segnalazione da parte di legali, si comunica che in un primo tempo è stata diramata dai media il nome errato di uno degli indagati: l’ostetrica iscritta a registro delle indagini si chiama infatti Francesca Calanni Fraccono e non Luana Calanni Fraccono, che invece lavora come specialista in ginecologia e ostetricia presso l’Ospedale di Genova Voltri. La dottoressa Luana Calanni Fraccono è TOTALMENTE ESTRANEA ALLA VICENDA +++

La tragedia di un neonato morto alla vigilia di Natale presso l’ospedale pediatrico San Martino di Genova è ora al centro di un’indagine della Procura. La vicenda, iniziata il 12 dicembre con un ricovero d’urgenza, ha portato i genitori del piccolo a presentare un esposto contro l’équipe sanitaria del Policlinico San Martino, dove la madre ha affrontato un travagliato parto. I genitori ritengono che la morte del loro figlio potesse essere evitata con una gestione diversa del parto.

Quattro indagati per omicidio colposo

Il pubblico ministero Giuseppe Longo ha iscritto quattro operatori sanitari del San Martino nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta dei medici Laura Gabbi e Salvatore Felis, e delle ostetriche Elena Fiasella e Francesca Calanni Fraccono.

Salvatore Felis, in particolare, non è nuovo a controversie legali. Nel 2008 era stato condannato in primo grado per la morte di un neonato durante un parto complicato, anche se la prescrizione aveva poi estinto il reato in appello. Nel 2015, è stato riconosciuto colpevole di omissione di atti d’ufficio per aver negato un’ecografia a due ragazze che avevano assunto la pillola abortiva, dichiarandosi obiettore di coscienza.

Le accuse dei genitori

Nell’esposto presentato dai legali della famiglia, Fabio Panariello, Francesco Formento e Giorgia Barresi, vengono ricostruite le drammatiche ore trascorse al Policlinico San Martino. I genitori accusano il personale sanitario di non aver fornito alla madre un’adeguata informazione sui farmaci somministrati per indurre il parto, poiché non le sarebbe stato richiesto di firmare un consenso informato.

Inoltre, durante il travaglio, la donna avrebbe più volte richiesto un parto cesareo, richiesta che, secondo la denuncia, sarebbe stata ignorata. L’avvocato di Felis, Massimo Boggio, ha precisato che il suo assistito non era in turno al momento del travaglio, iniziato solo dopo le 14:00, orario in cui il medico aveva terminato il servizio.

L’autopsia e le indagini

Per far luce sulla tragedia, il pubblico ministero ha disposto un’autopsia sul corpo del neonato, eseguita da Davide Bedocchi e dall’anatomopatologo Ezio Fulcheri. Gli indagati hanno nominato come consulente Alessandro Belli, mentre i genitori del piccolo hanno scelto Lucrezia Mazzarella per rappresentarli tecnicamente.

L’obiettivo è chiarire se vi siano stati errori o negligenze nella gestione del parto e se questi abbiano contribuito alla morte del neonato. Le indagini si concentrano sulle scelte fatte durante il travaglio e sull’eventuale mancata attenzione alle richieste della madre.

Una tragedia che solleva interrogativi

La vicenda riaccende il dibattito sulla gestione dei parti complessi e sull’importanza di garantire il consenso informato in ogni procedura medica. I genitori del neonato, devastati dalla perdita, chiedono giustizia per il loro figlio, mentre l’inchiesta della Procura punta a stabilire eventuali responsabilità individuali e a ricostruire i fatti con precisione.

Intanto, l’ospedale San Martino e gli indagati mantengono la riservatezza sulle accuse, in attesa degli sviluppi delle indagini. La comunità di Genova, scossa dalla vicenda, attende con ansia che venga fatta chiarezza su un episodio che ha lasciato una famiglia nel dolore e sollevato domande sull’efficacia e la trasparenza delle pratiche mediche adottate.

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