Paolo Benvegnù, cantautore raffinato e poeta delle emozioni, è morto improvvisamente all’età di 59 anni. Solo pochi mesi fa aveva trionfato alla Targa Tenco con il suo ultimo album «È inutile parlare d’amore», un’opera che aveva confermato la sua straordinaria capacità di raccontare l’intimità e le contraddizioni umane.
Benvegnù, originario di Milano ma da anni residente a Perugia, aveva recentemente celebrato i 20 anni del suo esordio da solista con una versione rinnovata del disco «Piccoli fragilissimi film». La nuova edizione, pubblicata l’11 ottobre, includeva collaborazioni con diversi artisti e aveva dato il via a un tour che lo aveva portato a esibirsi in tutta Italia.
Una carriera tra gli Scisma e il successo solista
Benvegnù si era fatto conoscere negli anni ‘90 come chitarrista e voce degli Scisma, una delle band di punta della scena rock alternativa italiana. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 2003, aveva intrapreso una carriera da solista che lo aveva portato a realizzare album di grande spessore artistico, caratterizzati da testi intensi e arrangiamenti sofisticati.
L’eredità di un poeta della musica
Con la sua musica, Paolo Benvegnù ha saputo toccare corde profonde, raccontando storie di fragilità e speranza. Il suo stile, mai banale e sempre autentico, ha conquistato un pubblico fedele e riconoscimenti prestigiosi. La sua scomparsa rappresenta una perdita incalcolabile per la musica italiana, che oggi piange un artista capace di rendere universale anche il più personale dei sentimenti.
Artista libero, dalla penna poetica e profonda, negli ultimi mesi aveva girato l’Italia in concerto per celebrare i 20 anni del suo esordio solista «Piccoli fragilissimi film», album che aveva ripubblicato in versione «reloaded», con vari duetti. Solo ieri sera, lunedì 30 dicembre, era stato ospite di Stefano Bollani e Valentina Cenni su Rai3 a «Via dei matti n. 0»