Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, è stato trasferito poco prima della mezzanotte di Capodanno al carcere romano di Rebibbia. Il tribunale di Roma, con procedura d’urgenza, ha revocato la misura alternativa della messa in prova ai lavori socialmente utili, connessa alla sua condanna definitiva a 22 mesi per traffico illecito di influenze. La decisione segna un nuovo capitolo giudiziario per Alemanno, già coinvolto in processi derivati dall’inchiesta su Mafia Capitale.
Un percorso giudiziario complesso
Alemanno, inizialmente accusato di concorso in associazione mafiosa, era stato condannato sia in primo che in secondo grado a sei anni di detenzione per corruzione. Tuttavia, la Corte di Cassazione aveva annullato quella sentenza, ordinando un nuovo processo per ridefinire la pena. L’unico reato riconosciuto era quello di traffico illecito di influenze, per il quale Alemanno aveva patteggiato una condanna di 22 mesi, poi convertita in lavori socialmente utili.
La revoca dell’affidamento ai servizi sociali
Secondo quanto trapelato, il tribunale avrebbe deciso di revocare la misura alternativa a causa di una presunta violazione delle condizioni previste dall’affidamento. Alemanno stava svolgendo i servizi sociali presso la So.Spe, associazione benefica fondata da suor Paola D’Auria, nota al grande pubblico per la sua partecipazione al programma televisivo “Quelli del calcio” come tifosa della Lazio.
Non sono ancora emersi dettagli precisi sulla natura della violazione contestata, ma Alemanno, anche durante questo periodo, avrebbe continuato a impegnarsi in politica. Dopo un percorso altalenante in Fratelli d’Italia, l’ex sindaco ha fondato il movimento sovranista “Indipendenza!” insieme a Simone Di Stefano, ex leader di CasaPound.
Una figura controversa tra politica e giustizia
Questo nuovo arresto rappresenta un colpo significativo per Alemanno, già protagonista di una parabola politica e giudiziaria segnata da accuse gravi e controversie. Mentre il dibattito sulla sua figura si riaccende, il caso solleva interrogativi sulle dinamiche del reinserimento sociale attraverso misure alternative e sull’efficacia del sistema giudiziario nel monitorare tali percorsi.