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Il mistero dei due soldati coinvolti negli attentati di New Orleans e Las Vegas spaventa l’America

Pubblicato: 03/01/2025 10:57

L’America si interroga con il fiato sospeso dopo gli attentati che hanno colpito New Orleans e Las Vegas. I due attentatori hanno agito in modo diverso e le conseguenze sono state del tutto differenti, ma alcune similitudini e il coinvolgimento di ex militari nei due attentati che hanno scosso la Nazione non può passare inosservato. Anche se l’Fbi ha per ora escluso un coordinamento tra gli eventi, i legami tra i due uomini coinvolti sollevano dubbi e alimentano le preoccupazioni.

Gli eventi a confronto

A New Orleans, Shamsud Din Bahar Jabbar, un passato da miltare nell’esercito, ha compiuto un attacco a Bourbon Street, seminando panico e morte con il suo pick up e finendo freddato dalla polizia. A Las Vegas, invece, Matthew Livelsberger, un ex sergente dei Berretti Verdi, si è fatto esplodere su un Cybertruck Tesla davanti al Trump International Hotel. Entrambi i protagonisti avevano legami con Fort Bragg, pur avendo servito in tempi e ruoli diversi. Il collegamento fra i due uomini desta più di un sospetto.

  • Livelsberger: Veterano con missioni in Afghanistan e Ucraina, si sarebbe tolto la vita dopo aver causato un’esplosione. Ai suoi piedi è stata trovata una pistola, e una seconda arma era nell’auto insieme a documenti e un passaporto.
  • Jabbar: ex militare divenuto islamista radicale e affiliato all’Isis, come confermato da video recuperati sui social, si era avvicinato all’organizzazione la scorsa estate. L’Fbi sta ancora investigando per determinare se si sia radicalizzato online o tramite contatti diretti.

Le indagini e i dubbi

Secondo il vice assistente direttore dell’Fbi Christopher Raia, “non ci sono prove di collegamenti tra i due episodi“. Nonostante questo, gli elementi in comune, come il noleggio di veicoli dalla stessa compagnia e la connessione con Fort Bragg, continuano a destare sospetti.

Le indagini hanno anche esaminato i movimenti di persone presenti nei pressi di Bourbon Street. Inizialmente si ipotizzava che tre uomini e una donna fossero complici di Jabbar, ma i video di sorveglianza avrebbero smentito questa ipotesi, rivelando che si trattava di semplici passanti.

Paura e sicurezza rafforzata

L’America, già scossa dalla strage di Capodanno, teme nuovi attacchi in vista dell’Inauguration Day del 20 gennaio, quando Donald Trump presterà giuramento per il suo secondo mandato. Per questo sono state prese delle contromisure immediate. A New York è stata rafforzata la sicurezza a Times Square e davanti alla Trump Tower. A Washington è stata arrestata una persona che guidava sul marciapiede vicino a Capitol Hill, luogo della cerimonia di insediamento.

Dubbi e preoccupazioni

Sebbene l’Fbi cerchi di placare gli animi e di minimizzare il collegamento fra due attentati compiuti da ex militari a poche ore di distanza l’uno dell’altro, affermando che i due uomini hanno agito da soli, restano molti interrogativi, legati anche alla situazione di divisione interna e di contrapposizione che si registra in America sin da prima delle elezioni che hanno portato Trump alla Casa Bianca.

Si respira un clima strano e insolito negli Usa. Da una parte, ci sono le tensioni interne e le contrapposizioni sociali che non lasciano tranquilli. Dall’altra, c’è il timore per attacchi coordinati da potenze od organizzazioni straniere. Ma anche la minaccia delle azioni dei cosiddetti “lupi solitari“, così come l’incapacità di prevenire azioni individuali, alimentano il senso di vulnerabilità. Restano molte domande senza risposta, mentre la nazione attende con ansia l’evoluzione delle indagini e la data di insediamento del nuovo Presidente.

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