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Omeonga smentisce la Polaria: “Discriminazione razziale, non ero nella black list israeliana”

Pubblicato: 03/01/2025 11:17

Il caso del calciatore belga Stephane Omeonga, arrestato lo scorso 24 dicembre all’aeroporto di Fiumicino, continua a suscitare polemiche. L’ex giocatore di Genoa e Avellino, oggi in forza al Bnei Sakhnin nella Serie A israeliana, ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti, smontando le accuse della Polaria. Omeonga, 28 anni, afferma: “Non ero nella black list di Israele. Si è trattato di un episodio di discriminazione razziale”.

L’arresto documentato in un video

Secondo quanto riportato, Omeonga stava viaggiando su un volo dal Belgio a Tel Aviv con scalo a Fiumicino. Poco prima del decollo, è stato prelevato con la forza dalla Polaria, a seguito di una presunta segnalazione del comandante dell’aereo. Un video girato da un passeggero mostra il calciatore trascinato fuori dal velivolo.

Gli agenti sostengono di aver agito per motivi di sicurezza, affermando che Omeonga fosse sulla black list israeliana. Il calciatore respinge con fermezza queste accuse: “Ho un permesso di lavoro regolare. Non c’è stata alcuna comunicazione su presunte irregolarità fino a quando sono stato bloccato”.

“Un trattamento disumano”

Attraverso un lungo post su Instagram, Omeonga ha descritto i momenti drammatici vissuti durante e dopo l’arresto. “Sono stato portato via in manette, senza spiegazioni. Non ho ricevuto cibo né acqua per ore, e sono stato trattato come un criminale”. Il calciatore denuncia inoltre che gli sarebbe stato negato l’accesso a cure mediche, nonostante fosse in stato di shock: “Alla radio della polizia dicevano che avevo rifiutato le cure, ma non era vero. Ho chiesto aiuto più volte, senza successo”.

Le accuse della polizia

Secondo la Polaria, Omeonga avrebbe opposto resistenza durante l’arresto, causando lesioni a un agente. Per questo motivo è stata presentata una denuncia nei suoi confronti. Il calciatore, però, contesta anche questa versione: “Ero ammanettato, non avrei potuto ferire nessuno. Ancora oggi non mi è stata data alcuna giustificazione per il mio arresto”.

Un episodio che divide l’opinione pubblica

Il caso ha scatenato un acceso dibattito sui social e nell’opinione pubblica. Molti hanno espresso solidarietà al calciatore, definendo quanto accaduto un esempio di discriminazione razziale. La vicenda, ancora priva di una versione ufficiale concorde, resta al centro dell’attenzione mediatica.

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