Dal 1° gennaio è partita la transizione verso la ricetta elettronica, un sistema destinato a trasformare la gestione delle prescrizioni mediche in Italia. Durante questo periodo di passaggio, tuttavia, le ricette cartacee rimangono valide, in attesa di indicazioni definitive da parte delle autorità competenti, tra cui il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia, AIFA e SOGEI.
La ricetta elettronica è una prescrizione digitale che semplifica l’accesso a farmaci e prestazioni sanitarie, migliorando la tracciabilità e riducendo gli sprechi. Il medico la genera in formato elettronico, inviandola a un database centrale. Il paziente può visualizzarla tramite smartphone, computer o un promemoria stampato. Per ritirare i farmaci, è sufficiente fornire in farmacia il codice della ricetta o un documento d’identità, consentendo al farmacista di accedere al sistema.
Nonostante l’avvio ufficiale, Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha sottolineato l’importanza di garantire continuità al servizio. Durante questa fase di adattamento, le farmacie possono ancora accettare ricette cartacee. Federfarma ha già inviato una circolare con istruzioni chiare per gestire il periodo di transizione, evidenziando che diverse questioni operative sono ancora in fase di definizione.
Entro il 2025, secondo quanto stabilito dalla legge finanziaria, tutte le prescrizioni – sia quelle del Servizio Sanitario Nazionale che quelle private – dovranno essere digitali. Il processo di dematerializzazione ha preso slancio durante la pandemia, quando molti cittadini hanno avuto accesso a prescrizioni direttamente sui loro dispositivi elettronici.
I vantaggi della ricetta elettronica sono significativi:
- Accesso semplificato: i pazienti possono ricevere prescrizioni ovunque si trovino.
- Tempi ridotti: niente più lunghe attese per ottenere ricette cartacee.
- Tracciabilità e sicurezza: ogni prescrizione è registrata, limitando errori e abusi.
- Sostenibilità: l’eliminazione della carta riduce l’impatto ambientale.
Non mancano però le sfide, come l’adeguamento dei sistemi informatici, la formazione del personale e la necessità di garantire accesso al servizio anche a chi ha poca familiarità con la tecnologia.