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L’Europa a rischio di crisi energetica: scorte di gas sotto il 70%, costi alle stelle

Pubblicato: 07/01/2025 13:59

L’Europa sta affrontando una grave emergenza energetica, con le scorte di metano che sono scese sotto la soglia del 70% a inizio gennaio, il valore più basso dal 2021. Questa situazione, aggravata dalle temperature rigide e dalla riduzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina, potrebbe portare a un’escalation dei prezzi che rischia di schizzare ben oltre le previsioni, con ripercussioni economiche devastanti per i Paesi europei.
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Scorte in calo e condizioni meteo estreme

Secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, il 5 gennaio le scorte di gas nell’UE erano al 69,94%, equivalenti a circa 802,71 TWh, ben al di sotto dell’84% dello stesso periodo dell’anno scorso. Questo calo, seppur meno marcato rispetto ai valori drammatici del 2022 (53%), segnala un preoccupante rallentamento nelle riserve di gas, che è destinato a complicare ulteriormente la gestione della domanda durante l’inverno.

La causa principale di questa situazione è il rigido inverno che sta colpendo il Nord Ovest del continente, con temperature più basse di 4 gradi rispetto alla media stagionale. L’aumento della domanda per il riscaldamento ha svuotato i serbatoi, mentre il prezzo del gas continua a lievitare. Da metà dicembre, i prezzi sono aumentati di quasi il 20%, nonostante una lieve flessione del 4,6% registrata nelle ultime settimane.

Il gas russo e il rischio di nuovi aumenti

La fine del transito del gas russo attraverso l’Ucraina sta avendo un impatto diretto sui rifornimenti europei. Nonostante i flussi ridotti dall’inizio del conflitto, la Russia ha continuato a fornire 15 miliardi di metri cubi nel 2024, di cui 5,6 miliardi destinati all’Italia. Il fermo dell’impianto GNL norvegese di Hammerfest sta aggiungendo ulteriore pressione sul sistema, complicando la situazione di approvvigionamento.

In risposta a queste difficoltà, gli stoccaggi sono scesi al 70,3% della capienza totale, con ritmi di esaurimento dei serbatoi che non si vedevano da sette anni. Paesi come Gran Bretagna, Danimarca, Olanda e Francia sono tra quelli maggiormente colpiti, con una significativa riduzione delle scorte rispetto all’anno scorso. In Italia, fortunatamente, la situazione è meno critica, con il 77,93% di gas rimanente, quasi in linea con l’anno passato.

Le previsioni di Goldman Sachs: prezzi in forte rialzo

Goldman Sachs ha lanciato un allarme sul rischio di un ulteriore aumento dei prezzi del gas. Se le previsioni di temperature più fredde di 4°C rispetto alla media dovessero confermarsi, la domanda di gas nell’Europa del Nord-Ovest salirebbe drasticamente, con un possibile impatto significativo sui prezzi.

La banca stima che i prezzi possano raggiungere una forbice tra i 63 e gli 84 euro per MWh nei prossimi mesi, un livello ben oltre la previsione base di 40 euro per MWh per il 2025. Se ciò dovesse verificarsi, il costo aggiuntivo per l’Italia potrebbe ammontare a 20 miliardi di euro in più nel 2025, aggiungendosi ai già 115 miliardi di sovrapprezzi sostenuti dal Paese dal 2021.

L’incertezza sui futuri approvvigionamenti

Gli esperti avvertono che la scarsità di gas a fine inverno potrebbe rendere ancora più difficile il rifornimento dei serbatoi in vista della prossima stagione fredda. Il rischio di un “effetto spirale” è concreto: più bassi saranno i livelli di stoccaggio a marzo, più difficile sarà per l’Europa garantire i rifornimenti in vista del prossimo inverno.

In questo scenario, la sicurezza energetica dell’Europa è seriamente compromessa, e la crisi potrebbe estendersi ben oltre i confini del settore energetico, influendo pesantemente sull’economia dei Paesi membri. La necessità di trovare soluzioni alternative e di razionalizzare i consumi si fa sempre più urgente.

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Ultimo Aggiornamento: 07/01/2025 15:21

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