
La carriera di Jannik Sinner è a un bivio. Il caso doping legato al Clostebol continua a incombere come un’ombra sul giovane talento, con la prospettiva di una squalifica che potrebbe cambiare drasticamente il corso della sua carriera. Mentre Sinner si prepara agli Australian Open, la vera sfida si gioca in tribunale, dove a Marxo il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) emetterà il verdetto che potrebbe segnare una svolta decisiva.
Il Caso Clostebol e il Ruolo della Wada
Tutto ha avuto origine dalla positività al Clostebol, una sostanza vietata dalle normative antidoping. Inizialmente assolto dall’Itia, Sinner si trova ora nuovamente sotto esame a causa del ricorso presentato dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping. Il nodo principale riguarda l’applicazione di una crema contenente la sostanza incriminata, che secondo la difesa sarebbe stata usata in modo inconsapevole.
Karen Moorhouse, CEO dell’Itia, ha spiegato che le regole Wada non lasciano molto margine di errore. Una squalifica, in caso di positività, può variare da uno a quattro anni. Ma se l’intenzionalità nell’assunzione del Clostebol non fosse dimostrata, la pena potrebbe essere ridotta a un periodo fra 6 mesi e due anni. Se invece Sinner riuscisse a provare l’assenza di colpa o negligenza, potrebbe evitare qualsiasi sanzione.

Una Situazione Complessa per la Difesa
Diversamente da altri atleti che hanno ottenuto assoluzioni per contaminazioni accidentali, il caso di Sinner si presenta più complesso. La Wada sostiene che il prodotto utilizzato conteneva il principio attivo in modo deliberato, non come risultato di una contaminazione. Di conseguenza, la difesa dovrà dimostrare che il fisioterapista responsabile dell’applicazione non abbia agito con negligenza.
Il Processo e le Prospettive per Sinner
Il caso è ormai nelle mani del Tas, che dovrebbe pronunciarsi entro marzo. In caso di assoluzione, la carriera del nostro campione riprenderebbe senza intoppi. Al contrario, se il tribunale confermasse le accuse, Sinner potrebbe dover affrontare una squalifica fino a un anno (nessuno vuole pensare che si possa andare oltre a un periodo già così lungo).
Per il giovane talento azzurro, questa vicenda rappresenta la sfida più difficile, un banco di prova che va ben oltre le competizioni sportive. Il verdetto del Tas sarà importante non solo per la sua carriera, ma anche per il suo futuro come protagonista del tennis mondiale.