All’età di 90 anni si è spento Rino Tommasi, una figura che ha segnato profondamente il giornalismo sportivo italiano. Definirlo soltanto un giornalista è riduttivo: Tommasi è stato un precursore, un innovatore e un punto di riferimento per intere generazioni. La sua passione per il tennis e la boxe, i due sport che hanno rappresentato il fulcro della sua carriera, lo ha reso una delle voci più autorevoli e apprezzate in Italia.
Una carriera straordinaria e poliedrica
Nato nel 1934, Tommasi avrebbe compiuto 91 anni a febbraio. La sua carriera giornalistica inizia nel 1953, anno in cui muove i primi passi in un mondo che avrebbe contribuito a trasformare. Fu una firma importante per testate prestigiose come La Gazzetta dello Sport, Tuttosport, il Messaggero e il Mattino, dimostrando una versatilità rara. Ma il suo talento non si limitava alla carta stampata: negli anni ’60, Tommasi si distinse anche come il più giovane impresario di boxe al mondo, organizzando grandi eventi pugilistici.
Portò lo sport americano in Italia
La televisione è stata un altro capitolo fondamentale della sua carriera. All’inizio degli anni ’80, Silvio Berlusconi lo chiamò a dirigere la redazione sportiva della neonata Canale 5. Fu una svolta per lo sport in TV: grazie a lui, gli italiani scoprirono eventi come il Super Bowl, l’NBA nell’era di Larry Bird e Magic Johnson, e ovviamente il tennis e la boxe, che Tommasi non ha mai smesso di raccontare con passione e competenza.
La memoria eclettica e le meravigliose telecronache
Rino Tommasi era celebre per la sua memoria prodigiosa e la capacità di spaziare tra discipline e personaggi lontanissimi tra loro, dal portiere del Modena Corghi degli anni ’50 a Wayne Gretzky, leggenda dell’hockey su ghiaccio. Questo eclettismo emergeva nelle sue telecronache, soprattutto quelle al fianco di Gianni Clerici su Telepiù e Sky. La coppia, tra un punto e l’altro, riusciva a intrecciare dialoghi brillanti e battute ironiche, offrendo agli spettatori un racconto sportivo unico nel suo genere, mai monotono.
L’eredità di un maestro
Tommasi ha lasciato un segno indelebile non solo per le sue cronache impeccabili, ma anche per il suo ruolo di mentore per tanti giornalisti sportivi. La sua visione dello sport, mai banale, e il suo modo di raccontarlo resteranno un punto di riferimento per chiunque voglia avvicinarsi al giornalismo con passione e professionalità.
Con la sua scomparsa, il mondo del giornalismo sportivo perde una delle sue figure più grandi, un vero maestro capace di unire competenza, cultura e ironia.