Un nuovo tragico episodio di suicidio tra i membri delle forze dell’ordine si è verificato questa mattina a San Marco Argentano, in provincia di Cosenza. Il maresciallo Fabio Polvere, comandante della locale stazione dei Carabinieri, si è tolto la vita all’interno della caserma utilizzando la pistola d’ordinanza. Il gesto estremo ha lasciato sotto shock colleghi, familiari e l’intera comunità locale.
Fabio Polvere, prima del suo incarico a San Marco Argentano, aveva guidato la stazione dei Carabinieri di Sant’Agata d’Esaro, distinguendosi per professionalità e dedizione. Dopo il trasferimento nella cittadina della Valle dell’Esaro, aveva preso il posto del maresciallo Conte, integrandosi rapidamente nel tessuto sociale locale. La sindaca Virginia Mariotti ha espresso il suo dolore per la perdita: “La comunità ha perso un’ottima persona, seria e di grande sensibilità. Un carabiniere che indossava la divisa con onore”.
Il dramma dei suicidi tra le forze dell’ordine
Quello di Fabio Polvere è già il quarto suicidio registrato nel 2025 tra i membri delle forze dell’ordine e della sicurezza in Italia, secondo l’Osservatorio per i Suicidi in Divisa. Una sequenza inquietante che evidenzia una problematica sempre più grave:
- 4 gennaio, Castelnuovo di Porto (RM): una guardia giurata viene trovata morta nella sua auto, presumibilmente suicida con la pistola di ordinanza.
- 5 gennaio, Gualdo Tadino (PG): un’altra guardia giurata, 39enne, uccide la moglie e poi si toglie la vita.
- 7 gennaio, Battipaglia (SA): un carabiniere di 56 anni, da poco in pensione, si suicida sparandosi in auto.
Nel 2024 erano stati almeno cinquanta i casi di suicidio tra le forze dell’ordine e l’esercito, un dato che sottolinea la necessità urgente di affrontare questo problema.
La risposta delle istituzioni
Il suicidio del maresciallo Polvere accende nuovamente i riflettori sulla necessità di un supporto psicologico adeguato per chi lavora in ambienti caratterizzati da forte pressione e responsabilità. Le istituzioni e le associazioni di categoria hanno più volte sollecitato un miglioramento dei servizi di prevenzione, ma i tragici eventi dimostrano quanto sia ancora lunga la strada da percorrere.
Mentre la comunità di San Marco Argentano si stringe attorno alla famiglia del maresciallo Polvere, questo ennesimo episodio solleva interrogativi su come supportare efficacemente chi indossa una divisa e vive quotidianamente il peso di un lavoro tanto importante quanto complesso. La speranza è che questo dramma rappresenti un punto di partenza per un intervento concreto e risolutivo.