Mohamed Nachat, imbianchino di 60 anni, è morto nella sua casa di Fonteno, provincia di Bergamo, in via Martiri della Libertà. Accanto a lui, senza vita, anche il cane e il gatto che gli facevano compagnia. La tragedia è avvenuta l’8 gennaio. L’uomo utilizzava un braciere per riscaldarsi, unico mezzo per combattere il freddo in un appartamento senza luce e gas.
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Mohamed viveva da solo, ma non era isolato. Aveva un figlio di 14 anni che vive con la madre a Endine. Lavorava in proprio e conduceva una vita semplice. La sua casa, però, non aveva utenze attive, e il braciere si è trasformato in una trappola mortale. I carabinieri della compagnia di Clusone lo hanno trovato privo di vita dopo una segnalazione. I medici del 118 hanno confermato che la causa del decesso è il monossido di carbonio.
Un uomo conosciuto e rispettato
Il sessantenne aveva vissuto gran parte della sua vita sul lago d’Iseo. Era conosciuto per la sua disponibilità e per la dedizione al lavoro. Si era convertito al cristianesimo e frequentava la parrocchia di Endine, dove sabato 11 gennaio si terrà il funerale. La funzione inizierà alle 10.30. La salma, composta nella casa funeraria Vitali di via Gaiano, è già stata restituita ai familiari.
Il legame con i suoi animali
Mohamed amava profondamente il cane e il gatto che vivevano con lui. Erano la sua compagnia quotidiana, la sua famiglia più vicina. La loro morte accanto a lui racconta una vita semplice, vissuta con dignità nonostante le difficoltà.
La comunità di Fonteno e Endine si stringe attorno al figlio e ai parenti di Mohamed, un uomo che lascia il ricordo di una vita vissuta con umiltà e amore per chi gli stava vicino.