Mentre il conto alla rovescia per l’inizio degli Australian Open 2025 è ormai agli sgoccioli, il mondo del tennis si ritrova a fare i conti con due clamorosi scandali doping. Jannik Sinner, numero uno del circuito maschile, e Iga Swiatek, regina del circuito femminile, sono al centro di vicende che minano l’integrità e l’immagine del tennis.
Boris Becker, indimenticato ex campione e oggi opinionista, ha preso posizione in modo netto. Intervistato da Eurosport, l’ex campione tedesco ha espresso la sua frustrazione nei confronti del sistema antidoping: “I casi di Sinner e Swiatek sono dannosi per il tennis. Bisogna trovare una soluzione sensata affinché ciò non accada di nuovo. Questo offusca l’immagine del nostro sport“.
Garantismo contro giustizialismo: un dibattito acceso
In passato, Becker si era schierato a favore di Sinner e di un approccio garantista, invitando a un’analisi approfondita delle prove prima di emettere sentenze. Questa posizione sostenuta da giocatori come Nick Kyrgios e Novak Djokovic. “Prima di giudicare, è necessario leggere con attenzione i dati e comprendere tutti i dettagli”, ha sottolineato Becker sui social.
Durante una recente intervista, Becker ha assunto toni più duri, con un attacco mirato non agli atleti, quanto al sistema antidoping e alle sue regole. La critica principale di Becker è rivolta alle carenze regolamentari della Wada. L’agenzia ha recentemente introdotto modifiche importanti, come criteri meno rigidi per le contaminazioni accidentali e una revisione dei limiti relativi alle dosi minime. Il problema è che questi cambiamenti entreranno in vigore solo l’anno prossimo.
Nel frattempo, il tennis si trova in un limbo normativo che, secondo Becker, rischia di compromettere ulteriormente la credibilità dello sport. La discrepanza nella gestione dei casi di Sinner e Swiatek – con un ricorso presentato per il primo ma non ancora per la seconda – evidenzia le incongruenze del sistema.
Il futuro del tennis a rischio?
Mentre gli Australian Open si apprestano ad accendere i riflettori sul primo Slam dell’anno, il dibattito sul doping divide atleti, istituzioni e appassionati. “Dove andrà a finire il tennis?” si chiede Becker, lasciando aperta una domanda che pesa come un macigno sull’intero panorama sportivo. La sfida, per gli organizzatori e le autorità, sarà non solo gestire i casi individuali, ma ripristinare fiducia e integrità in uno sport sempre più esposto a scandali che ne oscurano i successi.