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Catania, ventenne uccide il compagno dell’ex fidanzata: indagato per omicidio aggravato premeditato

Pubblicato: 10/01/2025 22:21

Non è riuscito a riconquistare la sua ex ragazza e il figlio nato l’anno scorso. Così, a soli 20 anni, è diventato un assassino. Ha ucciso un giovane di un anno più grande, il suo rivale, il nuovo compagno che aveva preso il posto nel cuore della ragazza, avviando una vita insieme a lei e al bambino. Un piccolo innocente, ignaro del dramma che già segna la sua esistenza. Anche lui vittima di questa sorta di faida che affonda le radici nella tradizione catanese. Il tragico evento è avvenuto in piazza Palestro, sotto le pietre della monumentale Porta Garibaldi, dominata da un orologio che segna il tempo di una città segnata da eruzioni, terremoti e tragedie, come quella di quel pomeriggio violento che ha scosso tutti: sociologi, politici, il vescovo e i volontari che cercano di risollevare una comunità in difficoltà, qui al Fortino, il quartiere dove le lancette di quell’orologio si sono fermate per Francesco Giuseppe Castiglione, conosciuto come Ciccio, colpito da cinque proiettili alla schiena, probabilmente mentre tentava di fuggire dal suo aggressore, Calogero Michael Romano, determinato a compiere l’atto.

I due si erano accordati per un incontro chiarificatore. Castiglione, giunto in macchina, ignorava che l’ex fidanzato della sua compagna, con cui viveva da alcuni mesi, fosse armato. Romano non ha mostrato subito la pistola di piccolo calibro nascosta nel giubbotto mentre scendeva dal suo scooter nero. Hanno probabilmente discusso a lungo, con Michael deciso a far capire a Castiglione che doveva lasciare la donna e, soprattutto, il bambino. Castiglione ha forse sottovalutato la determinazione e la rabbia del suo avversario, deciso a rivendicare il suo posto nella vita della ragazza e del piccolo.

Mentre gli spari risuonavano in una piazza quasi deserta, qualcuno ha avvisato i soccorsi, che sono arrivati rapidamente. La prima ambulanza ha trovato Francesco Giuseppe Castiglione ancora vivo, ma in condizioni critiche. È stato trasportato in codice rosso in sala operatoria, ma purtroppo, è deceduto all’alba a causa di ferite gravi ai polmoni. L’assassino era scomparso, ma si è consegnato ai carabinieri in un paesino vicino, Misterbianco, tardi nella serata. Ha capito che le telecamere di sorveglianza e le testimonianze, compresa quella della giovane madre, avrebbero potuto inchiodarlo. Ha confessato il movente.

Le prime dichiarazioni sono state rilasciate mentre gli veniva contestato il tentato omicidio aggravato, poi trasformato in omicidio premeditato, come ha sottolineato il procuratore aggiunto Fabio Scavone, che si è interrogato sulla facilità con cui un ragazzo può procurarsi una pistola. Il giovane killer ha omesso di fornire dettagli, dicendo di essersi liberato dell’arma prima di recarsi alla caserma, senza ricordare dove.

Ora si trova in carcere, all’inizio di un percorso segnato da una vita fino ad ora senza macchie, ma segnata dalla tragica morte del padre, un operaio deceduto qualche tempo fa in un incidente mentre stava ristrutturando la loro abitazione.

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