Sam Moore, celebre metà del duo soul Sam & Dave, si è spento ieri in un ospedale di Coral Gables, in Florida, all’età di 89 anni. La morte, avvenuta a causa di complicazioni post-operatorie, segna la fine di una delle voci più influenti della musica rhythm-and-blues, capace di plasmare il panorama musicale degli anni Sessanta e oltre.
Il successo di “Soul Man” e l’era Sam & Dave
Sam & Dave, con brani iconici come “Soul Man”, “Hold On, I’m Comin'” e “I Thank You”, hanno raggiunto l’apice del successo negli anni Sessanta. Il singolo Soul Man, che scalò le classifiche R&B fino alla prima posizione e raggiunse il secondo posto nelle classifiche pop nel 1967, fu anche premiato con un Grammy. La canzone non solo segnò una pietra miliare per il duo, ma contribuì ad abbattere barriere culturali, portando artisti neri al centro della scena musicale anche per un pubblico bianco.
Noti per le loro esibizioni dal vivo cariche di energia, i due artisti furono soprannominati i “Sultani del Sudore” e “Doppia Dinamite”. Le loro performance erano così travolgenti da intimidire persino colleghi del calibro di Otis Redding, che temeva di essere oscurato. Sam Moore e Dave Prater portarono sul palco l’essenza del gospel, trasformando la “chiamata e risposta” tipica della musica sacra in un’esperienza esplosiva.
Un incontro casuale, una leggenda musicale
L’incontro tra Moore, tenore, e Prater, baritono, avvenne per caso durante una serata per dilettanti al King of Hearts di Miami nei primi anni Sessanta. Un improvviso problema di memoria di Prater fece sì che Moore gli suggerisse le parole di una canzone. La loro sintonia immediata con il pubblico segnò l’inizio di una collaborazione destinata a fare la storia. Alla Stax Records di Memphis, il duo era considerato secondo solo a Redding.
Nel 1992, Sam & Dave entrarono nella Rock and Roll Hall of Fame, riconoscimento che consolidò il loro status leggendario. Tra gli artisti che hanno dichiarato di essersi ispirati al duo figurano Michael Jackson, Al Green e Bruce Springsteen.
Una vita tra cadute e rinascite
La vita di Sam Moore fu segnata da tre fasi principali. Durante l’adolescenza, seguendo le orme di un padre dissoluto, finì in carcere per sfruttamento della prostituzione, ma trovò redenzione nella musica, iniziando a cantare in una chiesa battista di Miami.
Il secondo capitolo fu al fianco di Prater, tra trionfi musicali, problemi di droga e alcol, e una relazione lavorativa spesso conflittuale. Dopo la separazione del duo, nel 1982, Moore intraprese un percorso personale di rinascita con il supporto della moglie Joyce McRae, che lo aiutò a superare le sue dipendenze e a rilanciare la carriera.
Nel 2002 pubblicò l’album solista “Plenty Good Lovin'”, registrato nel 1970 ma rimasto inedito per decenni. Nel 2019 ricevette un Grammy alla carriera, a coronamento di un viaggio artistico e umano straordinario.
Sam Moore lascia un’impronta indelebile nella storia della musica soul e R&B. La sua voce, il suo carisma e il contributo culturale di Sam & Dave continueranno a risuonare, influenzando generazioni di artisti e appassionati di musica.