Filippo Turetta, 23 anni, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni, un femminicidio che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. La vicenda ha inizio con una relazione durata circa un anno e terminata nell’agosto del 2023. Dopo la rottura, Turetta aveva continuato a cercare Giulia, inviandole messaggi insistenti, lamentosi e talvolta minacciosi. «È terribile che non mi aiuti a vivere, per favore», scriveva il 6 novembre 2023, accusandola di averlo abbandonato emotivamente. «Mi stai uccidendo così, togliendo tutto l’aiuto che mi davi», le rimproverava ancora.
La sera dell’11 novembre 2023, Giulia è uscita di casa con Turetta per andare in un centro commerciale. Dopo aver cenato insieme, sono ripartiti in auto verso Vigonovo, ma di lei non si è saputo più nulla. Il giorno seguente, il padre di Giulia ha denunciato la sua scomparsa. Testimonianze e filmati hanno successivamente rivelato un litigio violento tra i due, culminato in un’aggressione brutale. Una telecamera ha immortalato Turetta mentre colpiva la giovane e la caricava esanime nel bagagliaio.
Le indagini hanno permesso di seguire il percorso dell’auto di Turetta, che attraversava il Veneto, il Friuli e l’Austria, fino a quando è stato fermato in Germania. Il corpo di Giulia è stato ritrovato il 18 novembre in un bosco, coperto da sacchi di plastica. L’autopsia ha rivelato che la ragazza era stata colpita con 75 coltellate.
Arrestato e estradato in Italia, Turetta è stato giudicato colpevole di omicidio premeditato. La sentenza ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione ma non quella della crudeltà, e ha escluso il reato di stalking. Conclusa la camera di consiglio, il giudice ha emesso il verdetto definitivo: “fine pena mai”.