Gli incendi devastanti che stanno colpendo Los Angeles, con un bilancio provvisorio di 117 chilometri quadrati bruciati, 9 morti, 180.000 evacuati e danni stimati in 150 miliardi di dollari, hanno scatenato una serie di teorie complottistiche amplificate dai social media. Piuttosto che concentrarsi sulle cause reali, come il cambiamento climatico e la gestione delle risorse, molte narrazioni cercano di attribuire colpe specifiche a figure politiche o a ipotetiche cospirazioni, sfruttando la tragedia per promuovere agende ideologiche o ottenere visibilità.
L’attacco a Kristin Crowley
Una delle figure più bersagliate è Kristin Crowley, capo dei Vigili del Fuoco di Los Angeles dal 2022. Crowley, che ricopre un ruolo di grande responsabilità in un dipartimento con una lunga storia, è stata accusata da esponenti dell’estrema destra di aver trascurato la prevenzione degli incendi in favore di politiche legate alla diversità, equità e inclusione (DEI). Queste accuse, amplificate da personalità come Elon Musk, sostengono che l’impegno di Crowley per i diritti LGBTQ+ abbia sottratto risorse vitali alla gestione delle emergenze, contribuendo così alla catastrofe in corso. Tuttavia, le critiche si basano su semplificazioni e falsità, ignorando che i problemi gestionali e infrastrutturali, come l’assenza di manutenzione di alcune aree o le difficoltà idriche, sono fenomeni complessi e stratificati, ben lontani dall’essere il risultato di una sola politica o di una singola persona.
Trump contro Newsom: la questione idrica
Le teorie complottistiche non si fermano qui. Donald Trump, cogliendo l’occasione per attaccare il governatore democratico della California, Gavin Newsom, lo ha accusato di essere direttamente responsabile della crisi idrica che avrebbe complicato la lotta agli incendi. Secondo Trump, Newsom avrebbe rifiutato di firmare un “documento di ripristino dell’acqua” che avrebbe reso disponibili milioni di galloni d’acqua per fronteggiare l’emergenza. Tuttavia, questa affermazione è stata smentita dal governatore e confermata falsa dalla BBC, che ha evidenziato come tale documento non esista. La realtà è che, pur essendo in una fase di siccità generale, i bacini idrici della California sono sopra la media storica, e l’unico problema registrato è stato la chiusura temporanea di un serbatoio per manutenzione. Le accuse mosse da Trump sembrano quindi più un attacco politico che un’analisi dei fatti.
Una “città super tecnologica” sulle ceneri di Los Angeles
Un’altra teoria complottista, che mescola fantascienza e paura del progresso tecnologico, sostiene che gli incendi siano stati appiccati deliberatamente per favorire la costruzione di una città intelligente (smart city) guidata dall’intelligenza artificiale. Questa idea si basa su un documento del 2020, SmartLA 2028, che prevedeva la digitalizzazione dei servizi pubblici di Los Angeles. Tuttavia, non esistono prove di una correlazione tra questo piano e gli incendi. Alcuni utenti sui social hanno perfino ipotizzato l’utilizzo di armi a energia diretta (DEW) per causare i roghi, suggerendo che questi strumenti, in grado di emettere energia concentrata, siano stati impiegati per “ripulire” il terreno in vista di un riassetto urbanistico. Anche in questo caso, nessuna evidenza concreta supporta queste affermazioni.
Hollywood e tunnel segreti
Tra le teorie più bizzarre c’è quella che collega gli incendi a Hollywood e alle sue presunte “malefatte”. Alcuni complottisti sostengono che i roghi siano stati appiccati per distruggere un tunnel segreto che collegherebbe la villa di Sean “Diddy” Combs alla Playboy Mansion, un passaggio che sarebbe stato usato per traffici illeciti. Questa idea nasce dalle recenti accuse contro il rapper, che coinvolgono crimini gravi come traffico sessuale, ma anche in questo caso mancano prove tangibili.
La realtà: cambiamento climatico e infrastrutture
La realtà, però, è molto diversa da queste narrazioni semplificate e sensazionalistiche. Gli esperti concordano che la causa principale degli incendi sia il cambiamento climatico, che sta rendendo la vegetazione più secca e gli incendi più difficili da controllare. Secondo un’analisi del New York Times, l’aumento delle temperature e le condizioni meteorologiche estreme stanno rendendo gli incendi più frequenti e devastanti in tutto l’Ovest degli Stati Uniti. La complessità del problema richiede un approccio scientifico e multilaterale, ben lontano dalle spiegazioni complottiste che cercano facili colpevoli.
In un contesto già reso difficile dalla crisi climatica, le teorie del complotto non solo distolgono l’attenzione dalle vere cause del problema, ma rischiano di alimentare divisioni sociali e politiche. La disinformazione, amplificata dai social media, continua a trasformare le tragedie in strumenti di propaganda, ostacolando la ricerca di soluzioni reali e condivise.