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Peppino Fappani, sopravvissuto allo squalo che ha ucciso Gianluca Di Gioia: “Ho combattuto a mani nude, gli infilavo le dita negli occhi”

Pubblicato: 11/01/2025 13:14

Giuseppe Fappani, un odontoiatra 69enne di Soncino, ha condiviso il drammatico racconto dell’attacco di uno squalo subito il 29 dicembre a Marsa Alam, in cui ha tentato invano di salvare Gianluca Di Gioia, un turista romano. A pochi giorni dal suo ritorno in Italia, Fappani ha parlato durante una conferenza stampa organizzata dal Comune di Soncino, accanto al sindaco Gabriele Gallina, per descrivere l’esperienza vissuta.

“È stata una brutta avventura, finita bene per me. Le autorità egiziane ci accusano di essere stati in acque profonde, ma in realtà eravamo in una zona balneare. Tuttavia, quelle acque non sono sicure: uno squalo non si ferma davanti a una boa. Ci sarebbero dovute essere delle reti anti-squalo, ma non c’erano, e quello che è successo ne è la conseguenza”, ha dichiarato Fappani, che rimane in contatto con la famiglia della vittima.

Con le mani e il polso ancora fasciati, segno delle ferite riportate, Fappani ha ricordato quei momenti concitati: “Ero in acqua quando ho sentito le urla della moglie di Gianluca che nuotava verso il pontile. Poi ho sentito lui chiedere aiuto. Mi sono aggrappato a una boa, ed è lì che c’è stato l’attacco.”

Ha descritto come, per difendersi, ha colpito lo squalo agli occhi: “Ho ricordato che gli occhi sono il loro punto debole. Gli ho infilato un dito in un occhio e ha mollato la presa, ma ci sono stati altri attacchi: uno alla gamba e un altro al braccio.”

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