
Il caso di Sarah Scazzi, la giovane di Avetrana uccisa nel 2010, potrebbe essere riaperto grazie a nuove analisi scientifiche e iniziative legali. Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo per l’omicidio, stanno tentando una revisione del processo con il supporto dei loro legali. Parallelamente, lo zio Michele Misseri, che si è dichiarato colpevole per l’occultamento del corpo, ha terminato la sua pena ed è ora in libertà. La vicenda, che ha scosso l’Italia e generato ampi dibattiti mediatici, torna al centro dell’attenzione.
Un elemento significativo di questa possibile svolta è rappresentato dal podcast “Sarah – inchiesta su un omicidio” di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, che approfondisce il caso attraverso testimonianze chiave. Tra queste figurano Michele Misseri, Valentina Misseri, Concetta Serrano e Giovanni Buccolieri. Prodotto da Onepodcast, il programma presenta anche le posizioni degli avvocati e degli esperti coinvolti nel processo, fornendo nuovi spunti di riflessione.
Tra le questioni sollevate vi è la necessità di riesumare il corpo di Sarah per condurre ulteriori esami scientifici. La genetista Teresa Accetta sottolinea: “Era importantissimo prelevare il materiale sotto le unghie di Sarah, perché in caso di aggressione, avrebbe potuto contenere DNA estraneo. Anche a distanza di anni, il corpo potrebbe ancora conservare tracce utili.” L’ipotesi si basa anche su dichiarazioni di Michele Misseri, secondo cui durante l’aggressione Sarah avrebbe cercato di difendersi.
L’avvocato Francesco De Jaco, difensore delle due donne, ribadisce: “La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo non ha valutato la colpevolezza di Sabrina e Cosima, ma solo aspetti formali del processo. È nostro dovere morale continuare a lottare per dimostrare la loro innocenza.” La difesa, nonostante i precedenti rigetti, punta ora su nuove evidenze scientifiche e documentali.
Intanto, sul piano mediatico, la città di Avetrana continua a fare i conti con il danno d’immagine legato alla vicenda.