
In Sudafrica è iniziata un’operazione di salvataggio per riportare in superficie circa 400 minatori illegali intrappolati in una miniera abbandonata. Lavoravano clandestinamente nei tunnel di Buffelsfontein, un sito dimenticato dalle grandi aziende ma sfruttato dalla criminalità organizzata. La polizia aveva bloccato i rifornimenti mesi fa, sperando di costringerli a emergere, ma la situazione è precipitata.
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Un tribunale ha dato il via libera all’operazione dopo che la sorella di uno dei minatori aveva presentato una denuncia. La prova decisiva è stata una lettera disperata portata da un uomo riuscito a risalire in superficie a dicembre. Il messaggio racconta un inferno: almeno 100 morti e 400 superstiti ridotti a mangiare scarafaggi con dentifricio. Si parla anche di cannibalismo.
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I minatori illegali, un esercito nell’ombra
L’industria mineraria illegale è fiorita in Sudafrica negli ultimi anni. Si stima che almeno 30mila persone scavino in 6mila pozzi abbandonati. Con strumenti rudimentali, estraggono oro per conto di reti criminali che gestiscono un business clandestino. Questo “mestiere” rappresenta il 10% della produzione aurifera del Paese, ma i proventi finiscono nelle mani sbagliate.
Nel tentativo di fermare questo fenomeno, il governo ha avviato nel 2023 l’operazione “Vala Umgodi”, che significa “tappare il buco”. I poliziotti bloccano le vie di accesso e tagliano i rifornimenti, costringendo i minatori a emergere. Alla miniera di Stilfontein, centinaia di persone erano risalite a ottobre, stremate dalla fame e dalla sete. Ma non tutti sono riusciti a fuggire.
La disperazione di Buffelsfontein
A dicembre, alcuni uomini sono riusciti a uscire dalla miniera di Buffelsfontein e hanno raccontato la situazione drammatica. Uno di loro, Clement Moeletsi, è stato tirato fuori con corde e imbracature dopo che le sue urla avevano attirato l’attenzione. Un altro si è salvato il giorno di Natale. Un terzo, arrampicandosi su un palo, ha descritto scene di cannibalismo. Le autorità hanno dichiarato di non credere a queste storie, sostenendo che i minatori restano nel pozzo per paura di essere arrestati.
Jessica Lawrence, avvocatessa della ong Lawyers for Human Rights, ha dipinto un quadro diverso. Ha mostrato un video girato nei tunnel, dove si vedono decine di corpi avvolti nella plastica. Le immagini mostrano anche uomini scheletrici che implorano aiuto. Secondo Lawrence, i sopravvissuti sono troppo deboli per risalire da soli.
Il salvataggio
Nel weekend è iniziata l’operazione di soccorso, condotta dalla Mines Rescue Services. Gli uomini vengono estratti con una gabbia dotata di verricello, capace di portare in superficie sei persone all’ora. Si stima che ci vorranno almeno 16 giorni per salvare tutti i minatori intrappolati. Il tempo stringe, mentre il mondo osserva con il fiato sospeso il dramma di Buffelsfontein.