
Armanda Trentini, madre di Alberto, non trova pace. Da due mesi, lei e suo marito vivono nell’incertezza più totale. Il 15 novembre scorso, il loro figlio, cooperante italiano, è stato arrestato in Venezuela. Da allora, nessuna notizia.
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Le parole della madre
“Siamo molto provati“, dice Armanda, con una voce che tradisce tutta l’angoscia. “Non sento mio figlio da due mesi, da quando lo hanno portato via. Lui ora è ostaggio di quel Paese, ma è solo una pedina.”
Alberto, 34 anni, si trovava in Venezuela per una missione umanitaria. Durante ogni viaggio, aveva l’abitudine di inviare messaggi per rassicurare i genitori e condividere la sua posizione. Questa volta, però, tutto tace. “Era solito farci sapere dove si trovava. Questa volta, niente. E questo silenzio ci sta uccidendo”, racconta la madre.
Un figlio speciale
Armanda parla di Alberto con orgoglio e dolore. “È un figlio speciale. Ha sempre aiutato gli altri. Mi diceva che la sua soddisfazione più grande era vedere il sorriso delle persone che aiutava. Parlava dei caminantes, quelle persone in fuga dal Venezuela che arrivavano con le scarpe distrutte. Per lui, fare la differenza nella vita di qualcuno era tutto.”
La vicenda ha attirato l’attenzione delle istituzioni. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha usato i social per denunciare quanto sta accadendo. “Ho convocato l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di tre nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare le leggi internazionali e la volontà democratica del suo popolo.”
Due mesi di silenzio
La famiglia Trentini vive da sessanta giorni in uno stato di angoscia continua. “Non sappiamo nulla. Non ci dicono dove si trova, né in che condizioni è. Ogni notte è un incubo”, racconta Armanda.
Mentre il governo italiano cerca di ottenere risposte, la madre di Alberto chiede aiuto. “Vogliamo che si parli di questa storia, che nessuno dimentichi Alberto. Lui ha dato tanto agli altri, ora è lui ad aver bisogno di aiuto.” Il tempo passa, ma la speranza resta. Armanda e suo marito sperano di poter presto riabbracciare il loro figlio e mettere fine a questo incubo.