
Tra dicembre e gennaio, la Russia è stata colpita da una serie di attacchi incendiari che hanno avuto come obiettivi edifici pubblici e privati in diverse città, tra cui Mosca e San Pietroburgo. Secondo i servizi segreti russi (Fsb), questi atti non sarebbero legati a sabotaggi politici, ma a una complessa rete di truffe telefoniche. Gli attacchi sono stati almeno 34 nella seconda metà di dicembre e, secondo il giornale indipendente Mediazona, si aggiungono a un totale di 156 episodi documentati dall’inizio della guerra in Ucraina.
Il “meccanismo delle truffe”
L’Fsb sostiene che i responsabili degli attacchi, provenienti da diverse fasce d’età e professioni, sarebbero stati manipolati da truffatori telefonici operanti in call center ucraini. La strategia prevede di convincere le vittime a trasferire denaro con la promessa di guadagni eccezionali.
Successivamente, le persone venivano ricattate: per riavere i soldi, dovevano incendiare obiettivi prestabiliti, tra cui sportelli bancari, uffici postali, centri commerciali e punti di reclutamento militare. Tra gli arrestati ci sono giovani di 17 e 18 anni, adulti e persino una donna di 68 anni. A causa delle severe leggi antiterrorismo russe, rischiano lunghe pene detentive.

Il contesto: sabotaggi e tensioni
Il fenomeno degli attacchi incendiari non è nuovo. Un picco si era già registrato lo scorso Agosto, e i sabotaggi ai centri di reclutamento sono aumentati dopo la mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin nel settembre 2022, che aveva scatenato un diffuso malcontento.
L’intensificarsi degli attacchi dopo il 19 dicembre ha sollevato interrogativi. In quella data, Putin aveva tenuto la sua conferenza stampa annuale, mentre il giorno successivo ricorreva il “giorno dei cekisti”, una celebrazione per il personale dei servizi segreti.
Le accuse reciproche
L’Fsb attribuisce la responsabilità delle truffe ai call center ucraini, ipotizzando che alcuni di questi operino occasionalmente al servizio di interessi nazionali. Funzionari dei servizi segreti ucraini, intervistati dall’Economist, non hanno escluso la possibilità di un coinvolgimento, sottolineando che le persone possono essere manipolate per denaro e usate per attacchi mirati.

D’altro canto, anche la Russia avrebbe utilizzato strategie simili. Negli ultimi mesi, oltre 341 sabotaggi sarebbero stati orchestrati dai servizi segreti russi in Ucraina, con 184 persone incriminate per attacchi a veicoli militari in cambio di compensi economici.
Le contromisure di Mosca
A fine dicembre, il governo russo ha introdotto misure per contrastare le truffe telefoniche, tra cui il divieto della “telefonia IP”, che consente di effettuare chiamate via internet con numeri contraffatti. La nuova regolamentazione viene presentata come una risposta alle attività ostili ucraine.
Questi episodi evidenziano come il conflitto tra Russia e Ucraina si estenda ben oltre il campo di battaglia, includendo operazioni di manipolazione psicologica e ricatti economici che coinvolgono cittadini comuni. Le accuse reciproche e le misure di sicurezza adottate mostrano un impatto sempre più profondo sulla popolazione civile.