
Si è spento all’età di 98 anni Enrico Malizia, scienziato di fama internazionale, tossicologo, medico e letterato. Figura di spicco nel panorama medico e scientifico, ha lasciato un’eredità straordinaria nel campo della nefrologia e della tossicologia clinica.
All’inizio della sua carriera, fino agli anni ’60, Malizia si è dedicato alla nefrologia. Allievo del rinomato nefrologo francese Jean Hamburger, fu nominato membro della Società Internazionale di Nefrologia e divenne cofondatore e cosegretario della Società Italiana di Nefrologia.
Successivamente, Malizia si è dedicato allo studio della tossicologia e della drogastica, raggiungendo i più alti livelli internazionali. Fondò la prima cattedra di Tossicologia Clinica e il primo centro antiveleni in Italia, all’Università La Sapienza di Roma. Collaborò alla scoperta dell’attività antagonista morfoeroinica del naloxone e contribuì all’organizzazione dei centri antiveleni europei, oltre a fornire supporto alla politica antidroga italiana ed europea, partecipando alla Commissione Pompidou. Importante anche il suo contributo nelle ricerche sull’AIDS.
Presidente della Società Italiana di Tossicologia, della Società Internazionale e della Società Europea dei centri antiveleni, Malizia ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui lauree honoris causa dalle università di Berkeley, Buenos Aires, Philadelphia e Gent. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d’oro come benemerito dell’educazione, della cultura, dell’arte e della scienza, mentre il Ministero della Sanità lo premiò per il suo impegno nella lotta contro la droga.
Nel 2002, l’Università La Sapienza di Roma lo nominò professore emerito. Negli anni successivi si dedicò con passione alla cultura e alla letteratura, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Tra questi, la medaglia d’oro del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a testimonianza del suo contributo inestimabile alla scienza e alla società.
La scomparsa di Enrico Malizia rappresenta una grande perdita per la comunità scientifica e culturale internazionale. La sua eredità continua a vivere attraverso il suo immenso contributo alla medicina, alla ricerca e alla cultura.