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Cecilia Sala racconta i 21 giorni di prigionia a Teheran: “Interrogata incappucciata per dieci ore”

Pubblicato: 19/01/2025 21:16

Cecilia Sala, giornalista italiana, ha condiviso il drammatico racconto dei suoi 21 giorni di prigionia nel carcere di massima sicurezza di Evin, a Teheran, durante la sua intervista a “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio sul Nove. Arrestata il 12 dicembre mentre svolgeva il suo lavoro con un regolare visto giornalistico, Sala ha descritto la dura esperienza vissuta in Iran.

Interrogatori estenuanti e isolamento psicologico

“Il giorno prima di essere liberata mi hanno interrogata per dieci ore. Gli interrogatori avvenivano incappucciata, con la faccia al muro”, ha raccontato Sala. A condurre gli interrogatori era sempre la stessa persona, un uomo che parlava un ottimo inglese e conosceva bene l’Italia, come dimostrato dai dettagli delle domande: “Mi hanno chiesto se preferivo l’impasto romano o napoletano della pizza. Bravissimo nel fare il suo lavoro spaventoso“.

L’isolamento non era solo fisico, ma anche psicologico. “Ti fanno sentire sempre sola”, ha spiegato la giornalista, evidenziando la strategia alternata di stress e rilassamento utilizzata durante gli interrogatori: “Ti fanno rilassare, ti danno una sigaretta, e poi ti stressano per farti crollare”.

La difficoltà del crollo emotivo

Sala ha anche ricordato un momento particolarmente difficile: “In un interrogatorio sono crollata, mi hanno dato una pasticca per calmarmi, io l’ho mandata giù e lì c’è stata una pausa perché non riuscivo ad andare avanti”. Nonostante il trauma, la giornalista ha sottolineato di essere stata “fortunatissima” a trascorrere solo 21 giorni in carcere, un periodo relativamente breve rispetto ad altri prigionieri.

Un lento ritorno alla normalità

Oggi Cecilia Sala afferma di riuscire a dormire, seppur con aiuti. Il recupero, ammette, sarà più rapido rispetto a chi ha vissuto detenzioni più lunghe e drammatiche nelle carceri iraniane.

Questo racconto getta luce sulle difficili condizioni dei detenuti in Iran, in particolare per coloro che svolgono il lavoro di reporter in contesti altamente rischiosi, ricordando l’importanza della libertà di stampa e della tutela dei giornalisti in tutto il mondo.

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Ultimo Aggiornamento: 19/01/2025 21:22

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