
Omicidio Rosa Gigante: l’imputata chiede scusa, la rabbia dei familiari in aula
Omicidio Rosa Gigante: l’imputata chiede scusa, la rabbia dei familiari in aula
L’omicidio di Rosa Gigante, madre del noto tiktoker Donato De Caprio, continua a suscitare grande clamore mediatico e giudiziario. Durante l’udienza di mercoledì 22 gennaio, presso la Corte d’Assise di Napoli, l’imputata Stefania Russolillo ha preso la parola per la prima volta, chiedendo scusa ai familiari della vittima.
Le scuse di Stefania Russolillo e la rabbia dei parenti
Visibilmente scossa, la 47enne accusata dell’omicidio ha dichiarato:
“Voglio chiedere scusa, sono mortificata. Non ho parole per i miei gesti, non riesco a dare un senso a quello che ho fatto.”
Ha poi aggiunto:
“Non dormo la notte, non me ne sono resa conto. Sono arrivata all’estremo. Scrivo tutti i giorni a psichiatri e psicologi.”
Le sue parole, però, hanno scatenato la reazione furiosa dei familiari di Rosa Gigante. Alcuni parenti hanno urlato:
“Non puoi chiedere scusa, assassina!”
L’atmosfera in aula si è fatta tesa, tanto che è stato necessario l’intervento del giudice per riportare l’ordine.
L’accusa: “Un delitto premeditato e crudele”
L’omicidio di Rosa Gigante, 72 anni, è avvenuto il 18 aprile 2023 nella sua abitazione nel quartiere Pianura di Napoli. Secondo la Procura, il delitto è stato premeditato e compiuto con estrema crudeltà da Stefania Russolillo, che avrebbe ucciso l’anziana per motivi economici. L’accusa sostiene che la donna voleva rapinare la vittima, pensando che disponesse di ingenti somme di denaro grazie al successo del figlio Donato, proprietario della salumeria “Con mollica o senza”, resa famosa sui social.
Il pubblico ministero Maurizio De Marco, che ha chiesto l’ergastolo per l’imputata, ha affermato:
“Non si è trattato di un raptus, ma di un delitto predatorio pianificato nei minimi dettagli.”
Secondo il magistrato, Russolillo avrebbe strangolato Rosa Gigante con un tubicino, dopo aver tentato di rubarle denaro e gioielli. Infatti, nella casa della vittima mancavano 150 euro e la fede che portava al dito.
“La vittima ha tentato disperatamente di difendersi, ma l’imputata l’ha colpita violentemente e sbattuta contro il muro,” ha proseguito il pm.
La scena del crimine mostrava segni evidenti della lotta: la casa era a soqquadro, le mani della vittima non erano immobilizzate e c’erano tracce di sangue lasciate dall’imputata, che dopo l’omicidio avrebbe cercato di lavarsi le mani.
Non solo: la Russolillo avrebbe anche tentato di bruciare il corpo con dell’alcool, nel tentativo di cancellare le prove.
Il dolore di Donato De Caprio e della famiglia
In aula, ad assistere alla requisitoria, c’era anche Donato De Caprio, il figlio della vittima, reso celebre dal suo format social. Il tiktoker, seguito da oltre tre milioni di follower, è rimasto impassibile di fronte alle dichiarazioni dell’imputata, ma il dolore sul suo volto era evidente.
Le scuse della Russolillo non hanno minimamente placato la rabbia dei familiari della vittima, che hanno chiesto giustizia per Rosa.
La richiesta dell’ergastolo
La Procura ha chiesto l’ergastolo, sottolineando come il movente economico e la lucida premeditazione rendano il reato di una gravità estrema.
“L’omicidio di Rosa Gigante è stato un evento programmato ai danni di una vittima facile,” ha ribadito il pm De Marco.
La sentenza è attesa nelle prossime settimane, ma la tensione resta altissima tra i familiari della vittima, che continuano a chiedere giustizia per la loro cara.