
Per oltre vent’anni, una donna ha subito botte, insulti e minacce dal marito, un carabiniere del nucleo radiomobile. Dopo anni di silenzio, ha trovato il coraggio di denunciare, portando il caso in Tribunale a Torino. Di fronte ai giudici, la donna ha ripercorso quanto subito, rifiutando il paravento e affrontando il marito a viso aperto.
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Minacce e violenza fisica davanti ai figli
La vittima ha raccontato in aula gli insulti e le minacce che erano diventati parte della sua quotidianità: “Se te ne vai da questa casa, te ne vai sdraiata”, “pezzente”, “non vali niente”. Alle parole si accompagnavano spesso violenze fisiche, anche per futili motivi. La donna ha riferito un episodio legato a una partita di Juve-Napoli: “Avevo fatto una battuta sul Napoli. Lui, tifoso della Juve, mi ha dato pugni al torace”.
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I figli della coppia, ancora piccoli, assistevano alle scene di violenza. Dopo quell’episodio, la donna si sentì male e corse in ospedale, lasciando i bambini ai vicini. In quella occasione provò a denunciare il marito, ma ritirò la querela a causa delle sue minacce: “Diceva che nessuno mi avrebbe creduto, perché lui era un carabiniere”.
Testimonianze dei figli: “Vivevamo nella paura”
In aula, i figli della coppia hanno testimoniato a favore della madre, raccontando episodi di violenza e tensione: “Papà sbatteva i piatti sul tavolo e ci insultava. Durante il Covid, quando ho detto di essermi vaccinato, mi ha chiamato stupido, diceva che erano tutte invenzioni della tv”. Uno dei figli ha ricordato un episodio legato a un pandoro: “Ha spinto mamma a terra per una sciocchezza. Lei aveva paura, lui faceva paura”. L’uomo impediva anche i contatti con i nonni e gli zii, minacciando di usare il suo ruolo per controllarli: “Diceva che avrebbe fatto i posti di blocco davanti alla casa di zia”.
La denuncia e il processo
Dopo l’ennesima aggressione, la donna e i figli hanno trovato il coraggio di dire basta. La denuncia ha portato all’allontanamento del carabiniere da casa e al divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla famiglia. Ora è in corso il processo per maltrattamenti, un passo importante verso la giustizia per una donna che ha sopportato anni di abusi e per i figli che hanno vissuto nella paura.