Scricchiola l’impianto del Green Deal Europeo, travolto da pressioni politiche ed economiche sempre più trasversali. Dopo sei anni dal lancio, emergono i limiti e i rischi per l’economia europea, che si trova a dover fronteggiare un contesto globale profondamente mutato. E va detto che l’Italia è stata fra i primi Paesi a lanciare l’allarme, inizialmente inascoltata.
Le Critiche Arrivano Anche dagli Ex Sostenitori
Ora non sono più solo i detrattori storici a mettere in discussione le politiche green europee. Anche figure e partiti che in passato ne erano promotori stanno rivedendo le loro posizioni. Il risultato delle elezioni europee di giugno, con la crescita del centrodestra, era già stato un campanello d’allarme per le istituzioni della Ue. L’elezione di Donald Trump ha accentuato ulteriormente le pressioni. Trump, infatti, ha definito il Green Deal “un imbroglio“, e la sua politica mette Bruxelles alle corde.
L’Europa Schiacciata tra Usa e Cina
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, deve affrontare una dura realtà: l’economia europea, se non si interviene, rischia di essere schiacciata tra le potenze economiche di Stati Uniti e Cina. Questa consapevolezza sta portando Bruxelles verso una revisione delle normative del Green Deal, per cercare di preservare la competitività delle imprese europee.

La Bussola della Competitività: Ridurre gli Oneri Burocratici
Mercoledì, il Collegio dei Commissari presenterà il Competitiveness Compass (Bussola della Competitività), un piano per ridurre gli oneri burocratici. L’obiettivo è diminuire del 25% gli obblighi per le grandi imprese e del 35% per le Pmi. A febbraio, verrà presentata la proposta legislativa Omnibus, che prevede la revisione di alcune normative chiave del Green Deal, come:
- La direttiva CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità;
- La normativa sulla due diligence aziendale per il controllo delle catene del valore.
Le Pressioni dei Governi e dei Partiti
Anche i governi più coinvolti nella stesura del Green Deal stanno cambiando rotta. La Francia, che in passato era uno dei principali fautori, ha chiesto a Bruxelles di rinviare a tempo indeterminato l’applicazione delle norme verdi per le imprese. E anche la Germania, colpita da una crisi senza fine, si muove in una direzione simile. Il Partito Popolare Europeo ha invece proposto un rinvio di almeno due anni per:
- L’entrata in vigore delle norme sulla sostenibilità finanziaria e aziendale;
- La tassa sulle emissioni di carbonio.
Il primo ministro polacco Donald Tusk ha richiesto una revisione completa di tutti gli atti giuridici del Green Deal. La domanda principale non è più se il Green Deal verrà rivisto, ma quando. Le crescenti pressioni politiche e le mutate condizioni economiche costringono l’Unione Europea a cambiare il proprio piano per bilanciare sostenibilità ambientale e competitività economica, in un mondo sempre più complesso e competitivo.