
Quattordici persone appartenenti a un gruppo religioso australiano, i “Saints”, sono state giudicate colpevoli della morte di Elizabeth Struhs, una bambina diabetica di otto anni a cui era stata negata l’insulina per quasi una settimana. La tragedia si è consumata nel 2022 nella sua abitazione a Toowoomba, nel Queensland. Elizabeth è deceduta a causa di una grave chetoacidosi diabetica.
Il tribunale ha accertato che la setta, contraria alle cure mediche, riteneva che solo Dio potesse guarire la bambina. Tra i condannati figurano anche il padre di Elizabeth, Jason Struhs, la madre, il fratello e il leader della congregazione, Brendan Stevens. Il giudice Martin Burns ha dichiarato: “Le è stata negata l’unica cosa che avrebbe potuto salvarle la vita”, sottolineando come la cieca fede del gruppo abbia avuto conseguenze fatali.
La tragedia e il processo
Nei suoi ultimi giorni, Elizabeth era debole, incapace di camminare e parlava con difficoltà. Nonostante il rapido peggioramento delle sue condizioni, il gruppo si limitò a pregare e cantare, senza contattare medici. Le autorità furono informate solo 36 ore dopo il decesso.
Il processo, iniziato a luglio, ha rivelato dettagli inquietanti sulla setta, che conta circa venti membri appartenenti a tre famiglie. Gli imputati, tra i 22 e i 67 anni, hanno scelto di difendersi senza avvocati e non hanno riconosciuto alcuna responsabilità.
Elizabeth aveva già rischiato la vita nel 2019 per un coma diabetico, ma la famiglia, dopo essersi unita ai “Saints”, smise di somministrarle l’insulina. Jason Struhs ha sostenuto in lacrime di aver creduto che sua figlia sarebbe “risorta”, mentre Stevens ha definito il processo una “persecuzione religiosa”.
La vicenda ha sollevato interrogativi sull’intervento statale contro credenze religiose estreme che mettono a rischio i minori. La sentenza definitiva per gli imputati è attesa nelle prossime settimane.