
C’era una volta la musica italiana, quella vera, fatta di emozioni, storie e talento. Quella degli anni ‘90, con Ligabue, Jovanotti, 883, Elisa, Vasco, Negrita, Carmen Consoli… Artisti con uno stile unico, che scrivevano testi capaci di far sognare, riflettere e cantare intere generazioni.
Oggi? Un disastro. La scena musicale giovanile è diventata una parodia di se stessa: autotune a palla, playback nei talent show e testi che sembrano scritti da un algoritmo in crisi esistenziale.
DAL TALENTO AL TRUCCO: IL GRANDE INGANNO
Negli anni ‘90, chi saliva su un palco doveva saper cantare, suonare e trasmettere qualcosa. Oggi, grazie alla magia della tecnologia, basta una base ben fatta e un po’ di auto-tune per trasformare qualsiasi voce stonata in un “artista”.
E se questo non bastasse, ci pensa il playback a risolvere il problema. Lo scandalo di Amici lo dimostra: Luca Jurman ha svelato che un’esibizione di Federica nel talent di Maria De Filippi era IDENTICA a una traccia già pubblicata il giorno prima. Non era una performance, era un karaoke travestito da talento!

TESTI? UNA NOIA MORTALE!
Dove sono finite le canzoni che parlavano di vita vera? Oggi i testi sono un loop infinito di tristezza, soldi, delusioni d’amore e droga. Nulla di nuovo, nulla di originale, nulla che resti nel tempo.
Negli anni ‘90 le canzoni raccontavano storie, lanciavano messaggi, facevano vibrare. Oggi sembrano scritte tutte con il copia-incolla:
❌ Amore tossico? Fatto.
❌ Voglio i soldi? Fatto.
❌ Odio il mondo? Fatto.
❌ Sono triste e fumo? Fatto.
E la qualità? Sparita.
CONCLUSIONE: QUESTA È ANCORA MUSICA?
La verità è che oggi si punta più alla viralità che al talento, più all’immagine che alla sostanza. I social hanno trasformato la musica in un prodotto da consumare in fretta e dimenticare subito.
La domanda è una sola: questa è ancora musica o è solo rumore ben confezionato?
🔥 DITECI LA VOSTRA! 🔥