
Si è spento oggi, 30 gennaio, all’età di 71 anni Alfredo Meocci, ex direttore generale della Rai, politico e amministratore di lunga esperienza. Meocci è morto alle 2 del mattino presso la casa Nogarè, struttura adiacente all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove era ricoverato a seguito di un grave ictus che lo aveva colpito nel novembre 2018.
Una carriera tra giornalismo e politica
Meocci ha avuto una carriera articolata tra giornalismo e politica. Dopo una lunga esperienza come giornalista, è stato nominato direttore generale della Rai. In ambito politico, ha militato nel Centro Cristiano Democratico (CCD), ricoprendo il ruolo di deputato. A Verona, ha svolto incarichi amministrativi di rilievo: è stato assessore alla Cultura nelle giunte Sala ed Erminero nei primi anni ’90, e nel 2007 ha assunto la carica di vicesindaco.
Il patto di Cisano e la carriera istituzionale
Uno degli episodi più noti della sua carriera politica risale al 2007, con il cosiddetto “patto di Cisano”: in quell’occasione, davanti a Silvio Berlusconi, Meocci rinunciò alla propria candidatura a sindaco di Verona in favore di Flavio Tosi, che divenne il candidato unitario del centrodestra.
Successivamente, ha ricoperto il ruolo di consigliere dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, consolidando la sua esperienza nelle istituzioni.
L’ultimo periodo e la lotta contro la malattia
L’ictus che lo colpì mentre passeggiava nei pressi di Palazzo Chigi a Roma nel 2018 segnò un drammatico punto di svolta nella sua vita. Da allora, ha vissuto tra ospedali e centri riabilitativi, affrontando un lungo percorso di cure e recupero.
Il ricordo della moglie e il commovente gesto d’amore
Meocci lascia la moglie Elena Gaiardoni, giornalista e scrittrice. Negli ultimi mesi, come raccontato a L’Arena, la donna aveva deciso di trasferirsi presso la casa Nogarè, facendosi ricoverare per poter rimanere accanto al marito nei momenti più difficili.
Un’eredità tra giornalismo, politica e istituzioni
Con la scomparsa di Alfredo Meocci, Verona e l’Italia perdono una figura che ha segnato il giornalismo, la politica e le istituzioni. Il suo contributo resterà nel ricordo di chi ha lavorato con lui e di coloro che hanno seguito il suo percorso con stima e rispetto.