
Il dibattito sulla strategia del centrosinistra per le prossime elezioni si è acceso attorno alla proposta di Dario Franceschini, che ha suggerito un “accordo di desistenza nazionale” per contrastare la coalizione di centrodestra.
L’idea è semplice: pur senza un’alleanza politica organica, le forze di opposizione si presenterebbero divise nella parte proporzionale della legge elettorale (il Rosatellum) ma coordinerebbero i candidati nei collegi uninominali, evitando così di disperdere i voti e regalare seggi al centrodestra.
Youtrend ha analizzato l’impatto di questa strategia elettorale, confrontandola con i dati dei sondaggi e i risultati delle ultime elezioni europee. Il cosiddetto “Scenario C” – quello basato sul lodo Franceschini – è l’unico in cui la maggioranza di Giorgia Meloni risulterebbe fragile: secondo la simulazione, il centrodestra otterrebbe 213 seggi su 400 alla Camera e 102 su 205 al Senato, restando quindi a un solo seggio dalla maggioranza assoluta a Palazzo Madama.

Dubbi e ostacoli alla strategia
Nonostante il potenziale vantaggio tattico, l’idea di Franceschini incontra molte resistenze, sia dentro il Pd che tra gli alleati di Alleanza Verdi e Sinistra. Anche la questione della credibilità di una simile intesa pesa sul dibattito: come spiegare agli elettori che ci si oppone alla destra senza avere un programma comune? Inoltre, la spartizione dei collegi tra forze molto diverse, come il M5S e i partiti centristi, rappresenta un nodo complesso.
Uno degli elementi chiave dello studio di Youtrend è il “coefficiente di incompatibilità” tra le forze politiche: non tutti gli elettori accetterebbero un’alleanza così ampia. Ad esempio, un elettore su cinque del M5S non voterebbe un campo largo che includesse i centristi. Questo dato trova conferma nelle elezioni regionali del 2024, dove si è visto un calo di consensi per le alleanze più eterogenee.
Il merito della proposta: aver riaperto il dibattito
Nonostante le incertezze e i limiti, la proposta di Franceschini ha avuto il merito di rimettere in discussione il futuro del centrosinistra. Il campo largo appare più frammentato che mai, e la strategia dell’ex ministro costringe tutti a confrontarsi con una realtà politica difficile: senza un coordinamento, la destra potrebbe ottenere una vittoria schiacciante senza nemmeno doversi impegnare troppo.