Vai al contenuto

Sudan, strage al mercato: oltre 50 morti, più di 150 feriti. “Vite straziate, obitorio pieno di cadaveri”

Pubblicato: 02/02/2025 11:28
Sudan strage mercato morti

Una strage al mercato ha sconvolto la città di Sabrein, in Sudan, dove un attacco delle Rapid Support Forces (Rsf) ha causato 54 morti e 158 feriti, tra cui molte donne e bambini. Il gruppo paramilitare, impegnato nel conflitto contro l’esercito sudanese, ha colpito un’area affollata, aggravando una situazione già drammatica.
Leggi anche: Ciclismo, un altro incidente sulla strada: sfiorata la strage

Un conflitto senza tregua

La guerra in Sudan è iniziata nell’aprile del 2023, quando le tensioni tra i leader delle forze armate e delle Rsf sono sfociate in scontri aperti nella capitale Khartoum e in altre città. Finora, il conflitto ha causato oltre 28mila morti e costretto milioni di persone alla fuga. In molte zone, la popolazione è ridotta alla fame, con intere famiglie costrette a mangiare erba per sopravvivere.

Secondo le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani, la guerra è segnata da atrocità, tra cui uccisioni e stupri a sfondo etnico. La Corte penale internazionale ha avviato un’indagine su presunti crimini di guerra e contro l’umanità.

Il dramma nell’ospedale Al Nao

Dopo l’attacco, i feriti sono stati trasportati all’ospedale Al Nao, a Omdurman, uno degli ultimi ospedali pubblici ancora funzionanti nella zona, sostenuto da Medici Senza Frontiere (Msf). Scene di devastazione si sono susseguite all’arrivo dei feriti, come racconta Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, presente nella struttura al momento dell’emergenza.

“Vedo le vite di uomini, donne e bambini straziate, feriti ovunque nel pronto soccorso, mentre i medici fanno il possibile. L’obitorio è pieno di cadaveri, davanti a me è una scena di assoluta carneficina”, ha dichiarato Lockyear in una nota dell’organizzazione umanitaria.

L’ospedale Al Nao, situato in un’area controllata dalle forze armate sudanesi, è supportato da Msf con forniture mediche, incentivi per il personale, supporto logistico e distribuzione di acqua e cibo per i pazienti. L’organizzazione opera in 11 dei 18 Stati del Sudan, intervenendo sia nelle aree sotto il controllo dell’esercito sia in quelle dominate dalle Rsf.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure