Vai al contenuto

Medici di famiglia, è una svolta epocale: i documenti che anticipano le novità in arrivo

Pubblicato: 03/02/2025 07:41

Sulle pagine del Corriere della Sera, Milena Gabanelli ha pubblicato in anteprima la bozza di riforma che cambia il rapporto dei medici di famiglia con il Servizio sanitario nazionale. Al momento i medici di medicina generale sono lavoratori autonomi, pagati dal Servizio sanitario, e possono organizzare il loro tempo e le modalità di lavoro come meglio credono. Fuori dal perimetro degli accordi sindacali ogni richiesta dello Stato e delle Regioni è destinata a cadere nel vuoto, come per esempio l’esecuzione dei tamponi durante il Covid. Cone le modifiche al vaglio, i medici di base diventeranno invece dipendenti del Servizio sanitario nazionale come già adesso lo sono gli ospedalieri. È un passaggio epocale considerato indispensabile a far funzionare le 1.350 Case della Comunità messe in piedi con i 2 miliardi del Pnrr
Leggi anche: Forza Italia torna alla carica sull’immunità parlamentare: la proposta


Il documento di riforma pubblicato da Gabanelli è di 22 pagine ed è appoggiato dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dalle Regioni. Del resto, gli assessori regionali alla Sanità già il 22 settembre 2021 avevano firmato un documento: «La pandemia da Sars-Cov-2 ha evidenziato ulteriormente che il profilo giuridico del medico di medicina generale e i loro contratti collettivi nazionali non sono idonei ad affrontare la gestione delle multi-cronicità, l’aumento delle fragilità, la programmazione dell’assistenza domiciliare….».

Le novità in arrivo

In base alla legge 833 del 1978, i medici di medicina generale possono lavorare come dipendenti o come liberi professionisti convenzionati. Le novità essenziali che rivoluzioneranno la sanità italiana sono principalmente tre.
 La prima: «L’attività di assistenza primaria di medicina e pediatria al fine del miglioramento dei servizi richiede l’instaurarsi di un rapporto d’impiego». 
La seconda: «Il rapporto tra il Servizio sanitario nazionale, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che non siano dipendenti del Ssn è a esaurimento». Vuol dire che i nuovi medici di famiglia saranno assunti, mentre quelli già in servizio potranno continuare a essere liberi professionisti, a meno che siano loro stessi a decidere di passare alle dipendenze del Servizio sanitario. 
La terza: la loro attività è da «garantire sia presso gli studi sia presso le Case della Comunità» dove in quest’ultime i cittadini potranno trovare medici di famiglia e/o specialisti dalle 8 del mattino alle 8 di sera, in grado di fare anche elettrocardiogrammi, ecografie, spirometrie, ecc.

Il ricambio generazionale

Come ha ricordato a novembre 2024 il presidente Istat Francesco Maria Chelli, il 77% dei medici di famiglia ha più di 55 anni. Tra il 2025 e il 2030, su circa 37 mila medici di base in servizio, dovrebbero andare in pensione intorno ai 10 mila. Il ricambio, quindi, è imminente e il rapporto di dipendenza trova apprezzamento tra i giovani. Alla domanda «Ritieni che il passaggio a un contratto di lavoro come dipendente del Ssn possa contribuire a migliorare le tue condizioni di lavoro?», il 49% degli intervistati ha risposto sì contro il 43% dei no (l’8% non ha risposto). 

Il modello di assistenza

Ma nel concreto, come potrà funzionare il nuovo modello di assistenza? Innanzitutto le ore di lavoro settimanali saranno per legge 38, mentre oggi il minimo garantito oscilla fra le 5 e 15 ore, a seconda del numero di pazienti. Nella bozza di riforma leggiamo: «L’impegno di 38 ore dei medici di medicina generale è ripartito secondo il seguente schema: 
1) fino a 400 assistiti: 38 ore da rendere nel distretto o sue articolazioni, delle quali 6 ore da dedicare agli assistiti e le restanti per le esigenze della programmazione territoriale;
 2) da 401 a 1.000 assistiti: 12 ore da dedicare agli assistiti e le restanti per le esigenze della programmazione territoriale; 
3) da 1001 a 1.200 assistiti: 18 ore da dedicare agli assistiti e le restanti per le esigenze della programmazione territoriale; 
4) da 1.201 a 1.500 assistiti: 21 ore da dedicare agli assistiti e le restanti per le esigenze della programmazione territoriale;
 5) oltre a 1.500 assistiti: 24 ore da dedicare agli assistiti e le restanti per le esigenze della programmazione territoriale». Quindi il medico di famiglia dovrà seguire le indicazioni del distretto, alternando quindi l’attività rivolta ai propri assistiti con quella messa a disposizione di tutti, cioè anche per visitare, fare vaccinazioni e rispondere alle necessità dei pazienti degli altri medici di base della zona.In questo modo verrà garantita ai cittadini la presenza di un medico di famiglia durante l’intera giornata e tutta la settimana. Il luogo di lavoro privilegiato sarà nelle Case della Comunità, ma anche in altri ambulatori pubblici che le Regioni dovranno mettere a disposizione per assicurare la capillarità dell’assistenza: nessun Comune, neppure il più piccolo, dovrà rimanere sguarnito. Così, contrariamente a quanto sostengono i detrattori della riforma, i pazienti non dovranno rinunciare al proprio medico di fiducia, ma vedranno la sua attività affiancata a quella di altri colleghi

La formazione

Inoltre sono previste novità per il sistema di formazione che vanno a modificare il decreto legislativo 368 del 1999. Oggi il medico neolaureato per diventare medico di medicina generale deve frequentare un corso di formazione triennale gestito dalle Regioni, e dove spesso i docenti sono dirigenti sindacali che ne approfittano per arruolare le nuove leve. La bozza di riforma riporta esplicitamente la volontà di trasformarlo in un corso di laurea specialistico di 4 anni con docenti qualificati, come avviene per i medici ospedalieri. Di conseguenza dovrà cambiare anche il peso della borsa di studio, che oggi è di appena 11.500 euro, contro i 26 mila euro l’anno delle specializzazioni universitarie. 

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2025 07:51

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure