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Trump vuole il Canada come 51esimo Stato e minaccia nuovi dazi contro l’Europa

Pubblicato: 03/02/2025 07:59

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato una nuova provocazione su Truth Social, dichiarando che il Canada dovrebbe diventare il 51esimo Stato dell’Unione. Secondo Trump, l’annessione garantirebbe ai canadesi “tasse molto più basse e una protezione militare di gran lunga migliore”, eliminando al contempo i dazi commerciali tra i due Paesi. Il tycoon ha anche affermato che gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di nulla dal Canada, sottolineando di avere “energia illimitata, una produzione autonoma di automobili e più legname di quanto si possa usare”. Non è mancato un duro attacco anche all’Europa.

Trump contro l’Ue

I prodotti europei saranno “molto presto” colpiti dai dazi doganali americani, dopo quelli imposti sui prodotti provenienti da Canada, Messico e Cina. Lo ha ribadito il presidente americano Donald Trump alla stampa, spiegando che “si stanno davvero approfittando di noi, abbiamo un deficit di 300 miliardi di dollari. Non ci prendono le nostre auto o i nostri prodotti agricoli, quasi nulla e noi tutti prendiamo milioni di automobili, quantità enormi di prodotti agricoli”.

Sul timing dei dazi, Trump ha spiegato: “Non ho un calendario ma arrivera’ molto presto”. Inoltre, ha annunciato il presidente Usa, “parlerò con il primo ministro Trudeau, e parlerò anche con il Messico. Mettiamo i dazi perche’ ci devono molti soldi, sono sicuro che pagheranno”.

Canada, Messico e Cina

Parallelamente, l’amministrazione Trump ha varato nuovi dazi contro Canada, Messico e Cina, giustificandoli con problemi legati all’immigrazione illegale e al traffico di droga. Trump ha ammesso che la misura potrebbe causare “un po’ di dolore economico”, ma ha ribadito che “ne varrà la pena” per proteggere gli interessi americani. “Renderemo l’America grande di nuovo e tutto questo varrà il prezzo da pagare”, ha scritto il presidente, difendendo le nuove tariffe commerciali.

Di fronte a questa escalation, il governo canadese ha reagito con fermezza. Il ministro delle Finanze, Dominic LeBlanc, ha dichiarato in un’intervista al Star Sunday che il Canada “intensificherà le ritorsioni” e non farà passi indietro di fronte alle pressioni di Trump. Ha inoltre annunciato una lista di prodotti statunitensi colpiti dalle contromisure canadesi, per un valore complessivo di 30 miliardi di dollari, comprendente alcolici, abbigliamento, elettrodomestici, utensili e armi da fuoco. LeBlanc ha sottolineato che la risposta sarà “proporzionata e ampliata se necessario”.

Il Canada ha anche annunciato un ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e un’azione legale nell’ambito dell’accordo commerciale USA-Messico-Canada (USMCA), firmato dallo stesso Trump nel 2018. Un funzionario canadese ha dichiarato che “queste tariffe violano chiaramente gli impegni assunti dagli Stati Uniti”.

Nel frattempo, cresce la protesta in Canada. Dopo i fischi all’inno americano prima della partita di hockey NHL a Ottawa, anche i tifosi dei Toronto Raptors in NBA hanno manifestato il loro dissenso, fischiando durante l’esecuzione dell’inno statunitense prima della gara contro i Los Angeles Clippers.

Sul fronte messicano, la guerra commerciale rischia di provocare un’impennata dei prezzi delle automobili negli Stati Uniti. La National Auto Parts Industry del Messico prevede un aumento di circa 3.000 dollari per veicolo, con un calo della produzione di un milione di unità. Attualmente gli Stati Uniti importano dal Messico 87 miliardi di dollari in veicoli e 64 miliardi in componenti. La presidente messicana, Claudia Sheinbaum, ha duramente criticato le nuove tariffe, definendole “un grave danno per entrambe le economie” e respingendo le accuse di collusione con i cartelli della droga mosse dagli Stati Uniti.

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