
Doveva essere un’esperienza all’insegna della natura e del relax, ma il viaggio in campeggio a Kiowa, Colorado, per Max Armstrong si è trasformato in un dramma. Un gesto apparentemente banale – una lieve ustione al pollice – ha scatenato una catena di eventi che ha portato il 40enne americano a subire l’amputazione di entrambe le gambe.
L’incidente e i primi segnali
Tutto è iniziato mentre Armstrong cucinava per sé e i suoi amici. Nel maneggiare una padella bollente, si è bruciato il pollice. «Ho preso la padella nel modo sbagliato e il mio dito ha toccato il metallo rovente. Sentivo che bruciava, ma non volevo farla cadere», ha raccontato. Dopo cena, ha disinfettato la ferita e l’ha coperta con una benda, senza darci troppo peso.

Dopo un paio di giorni, ha notato un gonfiore alla gamba sinistra. «Non provavo dolore, pensavo solo di aver sbattuto la caviglia da qualche parte. Ma mi sono preoccupato quando le mie unghie sono diventate viola», ha spiegato.
Il ricovero e la drammatica diagnosi
Preoccupato, Armstrong si è recato in ospedale, dove i medici hanno diagnosticato una sepsi causata da un’infezione da streptococco A, penetrato nell’organismo attraverso l’ustione. I medici lo hanno indotto in coma farmacologico per tentare di salvarlo. «Temevano che non ce l’avrei fatta. Quando mi sono risvegliato, ho toccato le mie gambe e non ho sentito nulla. Me le avevano amputate», ha raccontato.
Ora Armstrong sta affrontando una nuova realtà: «Vivo su una sedia a rotelle, ma sto imparando a potenziare spalle e tricipiti. Sono la mia salvezza».