
La risposta della Corte penale internazionale (Cpi) non si è fatta attendere. Dopo poche ore dall’ordine esecutivo firmato da Donald Trump, sul social X arriva una dura presa di posizione. Nel messaggio si legge che la Cpi “condanna fermamente l’emanazione di un ordine esecutivo da parte degli Stati Uniti volto a imporre sanzioni ai funzionari della Corte e a ostacolare il loro lavoro giudiziario indipendente e imparziale”.
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Anche l’Unione europea ha reagito con fermezza. “La Cpi deve essere libera di combattere l’impunità”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
Nella notte, Trump ha firmato un ordine esecutivo contro il Tribunale dell’Aia, accusato di aver preso di mira Stati Uniti, Israele e i loro alleati. Il decreto prevede sanzioni economiche e il blocco dei visti per i funzionari della Corte coinvolti nelle indagini contro gli Usa e i suoi partner. Inoltre, il provvedimento vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai membri della Cpi e ai loro familiari, e dispone il congelamento dei beni che questi potrebbero detenere nel Paese.
La Corte dell’Aia ha ribadito la propria posizione, affermando che continuerà a fornire giustizia alle vittime di atrocità in tutto il mondo. Sul sito ufficiale della Cpi, si legge l’invito rivolto ai 125 Stati membri, alle organizzazioni della società civile e alle nazioni del mondo a unirsi per difendere la giustizia e i diritti umani fondamentali.
Le sanzioni arrivano dopo che, a novembre, la Corte ha emesso mandati di arresto internazionali per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e alcuni leader di Hamas, accusati di crimini di guerra. Netanyahu ha ringraziato Trump definendo la sua decisione “coraggiosa”, mentre il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha condannato il Tribunale, definendolo un’istituzione “immorale” e priva di legittimità.
In netto contrasto, l’Unione europea ha criticato la mossa americana. “Sanzionare la Cpi minaccia la sua indipendenza e mina l’intero sistema di giustizia penale internazionale”, ha dichiarato Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo. Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissario dell’Onu, ha chiesto agli Stati Uniti di revocare immediatamente il provvedimento.
In difesa di Trump, si è espresso il premier ungherese Viktor Orbán: “È tempo che l’Ungheria riveda la propria posizione in questa organizzazione. Stanno soffiando nuovi venti nella politica internazionale. Lo chiamiamo il Trump-tornado”.