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A Gaza liberati altri tre ostaggi israeliani: ancora uno show sul palco di Hamas

Pubblicato: 08/02/2025 11:41

Sul palco allestito da Hamas, i tre ostaggi israeliani sono stati mostrati al pubblico, circondati da uomini armati e con il volto coperto. Come riportato dalla BBC, ai tre ostaggi sono state poste alcune domande, ma le loro risposte non sono chiaramente udibili. In mano stringevano quello che sembra essere un “certificato di prigionia”. Alle loro spalle, un grande cartello con scritte in arabo, ebraico e inglese recitava: “Noi siamo il diluvio, la guerra è il giorno dopo”, un apparente messaggio diretto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Questa settimana, Trump aveva dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo di Gaza se i suoi residenti fossero stati trasferiti altrove, riporta il Times of Israel.

I tre ostaggi sono stati successivamente consegnati alla Croce Rossa e portati fuori dalla Striscia di Gaza sotto la scorta delle forze armate israeliane (Idf). Un primo controllo medico è stato eseguito in una struttura militare vicino al confine.

L’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito le immagini della liberazione “scioccanti”, osservando che i tre ostaggi apparivano visibilmente dimagriti e vestiti con tute da prigionieri. In una nota ufficiale, il governo ha dichiarato: “Accogliamo con favore il ritorno dei tre rimpatriati. Non passeranno inosservate le scene di oggi”, aggiungendo che continuerà a impegnarsi per riportare a casa tutti i cittadini ancora prigionieri o dispersi.

In cambio del rilascio dei tre israeliani, Israele procederà alla liberazione di 183 detenuti palestinesi dalla prigione di Keziot, nel Negev. Fra loro, ci sono 18 condannati all’ergastolo, 54 con pene a lungo termine e 111 arrestati dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Sette di questi prigionieri saranno immediatamente deportati all’estero.

Secondo i media israeliani, la consegna dei prigionieri sarà gestita dall’unità speciale Nahshon del servizio carcerario, con un altro gruppo di detenuti che verrà rilasciato dalla prigione di Ofer, in Cisgiordania.

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