
Alcuni dipendenti pubblici potrebbero vedere un incremento nella loro busta paga di oltre 50 euro al mese, in aggiunta all’aumento di 165 euro (lordi) già previsto per tutti i lavoratori delle Funzioni centrali. Questo nuovo aumento è il risultato del rinnovo del contratto collettivo, che ha introdotto sia un incremento salariale sia novità riguardanti lo smart working e la settimana corta. L’aumento di circa 50 euro sarà destinato esclusivamente ai dipendenti dei ministeri.
In particolare, il governo ha stabilito di aumentare le indennità di amministrazione per questi lavoratori. Inoltre, si prevede che nelle prossime settimane ci possano essere novità anche per tutti gli altri dipendenti pubblici, con la possibilità di un anticipo del Tfr.
Questo incremento è stato confermato attraverso un Dpcm firmato dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, come riportato dal Messaggero. L’obiettivo è quello di uniformare le indennità di amministrazione tra i vari ministeri, poiché in passato vi erano significative disparità.
Al momento, la situazione per la maggior parte dei dipendenti ministeriali è la seguente: l’indennità per i funzionari sarà di 5.143,99 euro all’anno, per gli assistenti 3.352,68 euro e per gli operatori 3.040 euro. Questo si traduce in un incremento annuale di 614 euro, ovvero circa 50 euro al mese, per dodici mensilità. Si stima che l’aumento possa già essere visibile nella prossima busta paga o, se non ci sarà tempo per implementarlo, in quella di marzo.
Coloro che lavorano al ministero della Giustizia e a quello dell’Economia riceveranno un incremento leggermente inferiore, poiché le indennità in questi ministeri erano già più elevate. È importante notare che questi aumenti sono retroattivi e partono dal primo gennaio 2023. Pertanto, dalla prossima busta paga, i dipendenti dovrebbero ricevere non solo la nuova indennità, ma anche oltre 1.200 euro di arretrati.
Per quanto riguarda l’anticipo del Tfr, pur essendo l’aumento salariale limitato ai ministeri, ci sono buone notizie in vista per tutti i dipendenti pubblici. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha annunciato che è in fase di sviluppo un provvedimento per consentire anche ai lavoratori statali di richiedere un anticipo del Tfr.
Attualmente, solo i dipendenti privati possono richiedere un anticipo del Trattamento di fine rapporto dopo otto anni di lavoro e in specifiche circostanze, come l’acquisto di una casa o spese mediche rilevanti. Questo anticipo può coprire fino al 75% dell’importo maturato.
Al contrario, i dipendenti pubblici non hanno questa possibilità. Tuttavia, Durigon ha dichiarato che sono in corso discussioni con il ministero dell’Economia per risolvere le questioni tecniche e coprire i costi necessari. In questo modo, chi ha almeno otto anni di servizio e si trova in una situazione di necessità potrà richiedere un anticipo fino al 75% del proprio Tfr. Per ora, però, non ci sono tempistiche precise per l’approvazione di questa misura.