
Madrid – Tutti in marcia sulla scia di Donald Trump, cercando di sfruttarne la spinta. Ma chi è il più «trumpiano» dei «trumpiani»? Matteo Salvini, che forse ancora brucia per non aver potuto partecipare a Washington al debutto ufficiale del neopresidente americano, si è presentato a Madrid con gli alleati del gruppo dei Patrioti per ribadire la sua posizione di leader del sovranismo europeo.
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Il leader della Lega ha citato Trump come esempio di una rivoluzione possibile, sposando in toto le dichiarazioni più dirompenti del tycoon: dalla minaccia di abbandonare l’Oms alle sanzioni contro la Corte penale internazionale, fino all’ipotesi di trasformare Gaza in una destinazione balneare senza palestinesi. Davanti a una platea di oltre 2.000 persone, tra bandiere e cori da stadio interrotti solo dall’irruzione di una Femen a seno nudo, Salvini ha esordito in un spagnolo improvvisato, scaldando il pubblico con un riferimento alla sua assoluzione nel processo di Palermo e un saluto ironico al premier Pedro Sánchez, sostenitore della Open Arms.
La sfida all’Europa e il sogno sovranista
Passando all’italiano, Salvini ha poi rafforzato la sua posizione: «Negli anni ci hanno dato dei fascisti, nazisti, razzisti. Hanno cambiato le regole per cancellarci, ma siamo ancora qui, più forti che mai. Ci hanno dovuto dare ragione su tutto, a cominciare dall’immigrazione e dalla sicurezza». Ha poi lanciato il suo affondo all’Unione Europea: «Non è l’Ue che legittima gli Stati, ma gli Stati che legittimano l’Europa. E se così non fosse, l’Europa non esisterebbe».
Dall’auditorium di Madrid è partito un messaggio chiaro: «Il burka non è Europa, il gender non è Europa, il terrore islamico non è Europa». Un concetto che unisce tutti i Patrioti, impegnati a rovesciare l’attuale assetto europeo e a rivendicare il diritto di azzerare i capisaldi dell’Ue su integrazione, immigrazione e transizione energetica. Salvini, insieme al leader di Vox, Santiago Abascal, ha invocato una battaglia comune per tutti i partiti sovranisti e populisti d’Europa. Ha inoltre lanciato un appello al Ppe perché abbandoni i socialisti, strizzando però l’occhio all’estrema destra, compresa quell’AfD cacciata solo pochi mesi fa su iniziativa di Marine Le Pen.
Il silenzio su Meloni e la corsa alla leadership
Non è passata inosservata la totale assenza di riferimenti a Giorgia Meloni, nonostante tra i leader europei sia l’unica ad aver stabilito un rapporto diretto con Trump. Un silenzio che potrebbe rivelare la competizione intestina per il primato dei «trumpiani» in Italia.
L’appuntamento di Madrid ha ricordato, in una versione riveduta e ampliata, il raduno sovranista di Pontida dello scorso ottobre, quando ospiti d’onore furono l’ungherese Viktor Orbán e l’olandese Geert Wilders, con Marine Le Pen in collegamento. Salvini, galvanizzato dall’entusiasmo della platea, si è detto certo che nel giro di un anno i Patrioti governeranno in Austria, Germania, Romania e Repubblica Ceca. Un sogno che, se realizzato, potrebbe davvero cambiare il volto dell’Europa.