
Ha ascoltato gli interventi dell’opposizione senza replica. Poi si è alzata e se n’è andata, accompagnata da cori non proprio gentili. Si è conclusa nell’Aula della Camera la discussione generale sulla mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo Daniela Santanché. Lei, appena terminato l’ultimo intervento, si è allontanta dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo. Le opposizioni, dai banchi di Pd e M5S, hanno gridato ripetutamente «Vergogna!», dato che la ministra non ha replicato, come prevede invece il Regolamento.
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Il vicepresidente di turno dell’Aula, Fabio Rampelli (FdI), è allora intervenuto: «Colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?». La ministra infatti può prendere la parola nel giorno in cui l’Aula si riunirà per la votazione della mozione.
Duri gli attacchi alla ministra da parte del centrosinistra: «Non userò giri di parole per dire quanto per noi Daniela Santanché sia una ministra politicamente indegna e da quanto tempo avrebbe dovuto andarsene dal suo ruolo: lei rappresenta impunità, scarsa etica e scarso valore istituzionale, tutto quello che questa comunità combatte», ha detto l’ex capogruppo M5S Silvestri.
«Che differenza c’è tra la posizione del ministro Sangiuliano e la posizione della ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è stato fatto dimettere e la stessa cosa non accade con la ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è un gigante di etica pubblica e politica oppure Santanchè è in grado di muovere delle leve di ricattabilità che il ministro Sangiuliano non aveva?», ha invece attaccato il deputato dem Ricciardi.