
Per un brutto voto alle elementari, era stata costretta dalla madre a inginocchiarsi su gusci di noci e riso. È solo uno dei tanti episodi che una ragazza di 20 anni ha raccontato in tribunale a Torino, dove la madre, una donna romena di 43 anni, è stata condannata a due anni di reclusione per maltrattamenti. La pena, come riportato dal Corriere di Torino, è stata confermata anche in Appello.
Quattordici anni di umiliazioni terminati il 20 gennaio 2021, quando un’ex insegnante aveva convinto la giovane a denunciare tutto alle forze dell’ordine. «Non voglio che mia madre vada in prigione, voglio solo che mi lasci vivere in pace», aveva spiegato in aula, mentre ripercorreva i momenti più duri della sua infanzia. «Frequentavo le elementari e dovevo sempre prendere il massimo dei voti, altrimenti venivo punita. Ricordo che mi faceva inginocchiare su un giornale cosparso di riso o gusci di noci, lasciandomi lì finché non crollavo per il dolore. I segni rimanevano per giorni, ma non li mostravo a nessuno per paura che mamma finisse nei guai», ha raccontato.
«Mi ripeteva che avrebbe fatto meglio ad abortire», ha proseguito la ragazza. «Diceva che non poteva più picchiarmi perché i segni si sarebbero visti, allora mi insultava: mi diceva che ero una nullità, una figlia inutile, e che non avrebbe dovuto mettermi al mondo. Per me tutto questo era normale», ha confessato.
Crescendo, confrontandosi con i compagni, ha capito che quel trattamento non era affatto normale. A 20 anni, la madre l’ha cacciata di casa. La giovane ha trovato rifugio presso la sua ex insegnante, che le ha dato ospitalità. Poi, finalmente, ha trovato il coraggio di denunciare tutto, chiudendo per sempre un capitolo doloroso della sua vita.